Ancora una nuova ‘vecchia’ storia di criminalità e politica in tempo di elezioni. Secondo quanto riferisce il quotidiano Gazzetta del sud nell’edizione di oggi, sarebbe in corso di svolgimento un’inchiesta per accertare il possibile indirizzo di voti da parte di ambienti criminali a candidati durante le recenti consultazioni regionali nel territorio del capoluogo peloritano.
L’indagine, di cui al momento non si sconoscono gli sviluppi, sarebbe stata aperta dalla Procura di Messina. A dare il via agli accertamenti sarebbero state alcune intercettazioni ambientali. Nei dialoghi un gruppo investigativo che stava lavorando tra la città e la zona tirrenica avrebbe ascoltato alcuni esponenti della criminalità organizzata, o comunque alcuni personaggi legati in qualche modo ad ambienti criminali, mentre in un certo senso “programmavano” pacchetti di voti.
Rimane adesso di capire quali siano i parlamentari coinvolti o se si tratti di candidati effettivamente eletti o di aspiranti che hanno mancato alla fine il rush finale per Sala d’Ercole.
L’ipotesi di voto di scambio e di possibili condizionamenti della criminalità organizzata durante le recenti consultazioni regionali è molto concreta. Lo stesso quotidiano messinese che dà notizia dell’indagine, mette al centro della vicenda il necessario discriminante che deve in questi casi configurarsi tra ” il classico do ut des che potrebbe configurare un profilo penale, legato per esempio al concetto di “voto di scambio” o di “corruzione elettorale”.
Altro dato interessante che si dovrà capire è quello che riguarda il timing dell’inchiesta. Se cioè questa verrà resa nota o meno prima della prossima scadenza elettorale del 4 marzo, giorno in cui si andrà a votare per il rinnovo del parlamento nazionale.