Si preannunciano settimane di proteste e mobilitazioni da parte degli Asu e Pip, in tutto circa 9 mila lavoratori, dopo la notizia del mancato rinnovo della convenzione tra la Regione Siciliana e l’Inps per il pagamento degli stipendi. La Fp Cgil ha già programmato una grande manifestazione per il 15 febbraio prossimo davanti la sede del Dipartimento regionale alla Famiglia. Tutte le organizzazioni sindacali sono in stato di agitazione e chiedono a gran voce l’avvio delle stabilizzazioni. “E’ arrivato il momento di chiudere una vergognosa pagina del precariato siciliano”, dichiara Clara Crocè segretaria regionale. “I precari – aggiunge – vanno tutti stabilizzati Asu, contrattisti degli Enti locali e della Regione. Persone che sono precarie da oltre 25 anni. Gli Asu, peraltro, non hanno neanche un minimo di contributo previdenziale, si contrattualizzino subito”.
Il nodo del futuro dei suddetti lavoratori è tornato al pettine proprio in queste settimane, dopo la decisione dell’Inps nazionale di non dare seguito all’intesa raggiunta il 29 gennaio scorso tra l’Assessorato al lavoro e la Direzione regionale dell’Istituto di previdenza. Un dietrofront che nei giorni scorsi aveva fatto irritare l’assessore Mariella Ippolito. Nel frattempo pare che la controversia si stia ricomponendo. In queste ore, infatti, arrivano da Roma segnali positivi. Secondo alcune indiscrezioni l’Istituto è intenzionato a ritornare sui suoi passi e a garantire l’erogazione delle mensilità fino a marzo, a condizione che la Regione Sicilia riconosca il debito accumulato nei 20 anni nei quali l’Inps ha svolto la funzione di ente pagatore degli Asu e dei Pip.
Per Danilo Borrelli, della UILTemp Palermo è “inaccettabile che i lavoratori sussidiati della Regione Asu e Pip debbano pagare per le beghe in atto tra l’Inps e la Regione siciliana. Lavoratori che percepiscono una modesta retribuzione (500 euro) senza le classiche tutele dei contratti, 13 esima contributi previdenziali e che sono fondamentali per l’espletamento di servizi offerti dagli Enti locali ai cittadini. I lavoratori non possono restare ostaggio di questo braccio di ferro e per questo la Uil ha già richiesto un’incontro al direttore regionale dell’Inps per cercare di risolvere la controversia. Se dovesse perdurare questo stato di incertezza, questa O.S. non esclude una mobilitazione di tutto il personale interessato”.
Della necessità di procedere alle stabilizzazioni parla anche la Fisascat Cisl ricordando che “ormai annoverano quasi 18 anni di esperienza nel precariato, con tanti doveri e pochi diritti”, dice la segretaria regionale Mimma Calabrò. “Tutto ciò assume un’importanza fondamentale – aggiunge – poichè ci troviamo, ancora una volta, in prossimità di competizioni elettorali e gli ex Pip sono considerati, da sempre, terra di conquista di voti e consensi a fronte di promesse che generano false illusioni, ledendo la dignità dei lavoratori e delle loro aspettative. Se i lavoratori non riceveranno il sussidio lavorativo al più presto non escludiamo di manifestare in piazza”.
Rincara la dose il CSA-Dipartimento ASU che – per voce dei coordinatori Ciccio Mallia, Mario Mingrino, Vito Sardo – dice “Basta con le proroghe. L’attenzione deve essere tutta al difficile percorso di stabilizzazione. I lavoratori non possono pagare per l’inefficienza dello Stato”.