L’occupazione delle terapie intensive da parte di pazienti Covid, a livello giornaliero, è stabile al 5% in Italia, a fronte del 37% raggiunto esattamente un anno fa.
L’occupazione dei posti nei reparti di area non critica, invece, che il 20 marzo del 2021 saliva al 41%, attualmente è fermo al 13% in Italia, ma con valori particolarmente elevati in alcune regioni del Centro-Sud, come Calabria (al 32%), Umbria (28%), Basilicata (25%), Sicilia (23%). Lo indicano i dati (Agenas) del 20 marzo 2022.
Nel dettaglio, in base al monitoraggio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, a livello giornaliero, l’occupazione delle terapie intensive da parte di pazienti con Covid-19 cala in 5 regioni: Calabria (al 6%), Marche (3%), Puglia (5%), Sardegna (10%),Toscana (5%) e cresce nella Pa Bolzano (al 4%).
E’ invece, stabile in 15 regioni o province autonome: Abruzzo (al 7%), Basilicata (4%), Campania (6%), Emilia Romagna (6%), Friuli Venezia Giulia (3%), Lazio (8%), Liguria (4%), Lombardia (3%), Molise 3%), Pa Trento (1%), Piemonte (4%), Sicilia (7%), Umbria (7%), Valle d’Aosta (0%) e Veneto (3%).
L’occupazione dei posti letto nei reparti ospedalieri di area medica (detta ‘non critica’) da parte di pazienti con Covid-19, a livello giornaliero scende in Calabria (al 32%) e Puglia (19%). Mentre cresce in 8 regioni o province autonome: Abruzzo (al 20%), Basilicata (25%), Campania (15%), Marche (19%), Molise (15%), Pa Trento (6%), Piemonte (9%), Valle d’Aosta (10%).
E’ stabile nelle restanti 11: Emilia Romagna (al 10%), Friuli Venezia Giulia (10%), Lazio (16%), Liguria (14%), Lombardia (8%), Pa di Bolzano (10%), Sardegna (20%), Sicilia (23%), Toscana (14%), Umbria (28%) e Veneto (7%).