Anche i pensionati con un reddito annuo fino ai 9.748 euro potranno usufruire del servizio di assistenza domiciliare (Sad). Lo stabilisce, secondo il principio di povertà assoluta degli indici Istat, un accordo siglato dai dirigenti del Servizio persone con disabilità e fragili del Comune e dai sindacati dei pensionati, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilpensionati Palermo.
Saranno i Comuni del distretto socio-sanitario a verificare se il reddito delle famiglie che presentano domanda per il servizio, superi o meno la soglia stabilita dall’accordo.
“Il servizio di assistenza domiciliare – spiegano i segretari Concetta Balistreri (Spi Cgil), Mimmo Di Matteo (Fnp Cisl) e Filippo Magro (Uilpensionati) – prima finanziato con i fondi Pac, si era interrotto il 31 dicembre dello scorso anno.
Il comune lo ha riattivato soltanto il 15 febbraio scorso con stanziamenti provenienti dalla cosiddetta Azione 31 del Piano di zona. Ora, dunque, sarà necessario verificare il possesso dei requisiti per i soggetti che ne usufruiscono.
Per questo abbiamo chiesto e ottenuto l’incontro, per fare in modo che venga utilizzato un criterio che tenga conto delle difficoltà economiche e sociali patite da chi ha bisognoe richiede questa forma di assistenza”.
Il precedente criterio dei 6 mila euro rischiava di escludere molte famiglie, negando il servizio ad ampie fasce di pensionati: “Per questo motivo, abbiamo convenuto che l’unico requisito valido fosse quello che rientra nel principio di povertà assoluta”. Quello che, per intenderci, si calcola sulla base del reddito, numero componenti dei nucleo familiare e le caratteristiche del comune di residenza.
“Siamo soddisfatti dell’accordo – concludono i segretari delle sigle sindacali – perché si tratta di un servizio essenziale che va garantito con continuità”.