“Il presidente Musumeci non vede l’ora che io me ne vada. Non sarò più assessore ai Beni culturali. Hanno deciso loro che me ne devo andare, non ho scelto io. Me ne vado, non è una mia iniziativa, sono stato cacciato. Ma vorrei avere il tempo di ultimare le iniziative avviate”. Lo ha detto l’assessore regionale ai Beni culturali, Vittorio Sgarbi, a margine di una conferenza stampa a Palazzo Abatellis, a Palermo, presentando la mostra “Antonello incontra Laurana”.
Tante le polemiche in questi giorni. Dalla mozione di censura dei Cinquestelle all’Ars fino alla petizione sul web che aveva raccolto in pochi giorni ben 40mila firme.
“Se sono deluso da Musumeci? Preferisco Mc Curry… L’altro giorno mi ha parlato per trenta secondi, ero con Berlusconi, li ho fatti parlare, poi mi ha detto che c’era una situazione insostenibile e che dovevo decidere se dimettermi. Era come se ci fosse un’urgenza impellente che io risolvessi. Non è che se strillano quattro grillini io devo andare via… Musumeci non mi ha deluso, non mi è sembrato semplicemente cortese. Io sono Sgarbi, lui è Musumeci. Mi chiami e mi chiedi cosa fare. Non devi darmi ordini. La buona educazione credo sia il primo dato”.
Poi un fa dietrofront: “Io me ne andrei anche oggi per la sgradevolezza del comportamento verso un grande professionista quale io sono. Vorrei avere il tempo di portare a compimento alcune cose che altrimenti sarebbero rimaste orfane. Ho voluto portare al Comune di Palermo, anziché cose confezionate come Manifesta, almeno 30 iniziative, mettendo dentro anche Taormina. Vorrei portarle a compimento almeno nella fase istruttoria. Ho chiesto di rispettare il regolamento della Camera, i cui tempi mi farebbero arrivare almeno al giorno del mio compleanno, l’8 maggio, che tra l’altro è il giorno anche in cui mi cacciò la Moratti”.
“Il patto era che ‘me ne vado se divento ministro’ è diventato ‘te ne devi andare perché sei diventato deputato’ – ha aggiunto -. Avessi potuto scegliere, magari avrei optato per rimanere assessore qui… Invece hanno deciso che in quanto deputato me ne devo andare. La richiesta che ho fatto di mera cortesia è di potere firmare le ultime carte perché alcune cose di questo assessorato partano. Tra la figura di deputato e quella di assessore avrei preferito rimanere assessore. A quello che ho capito però devo lasciare il posto a qualcuno che sarà siciliano e sarà di un partito, nella prospettiva reale che non farò il ministro sono stato sostanzialmente cacciato. Se è colpa delle polemiche con i Cinquestelle? Non lo so”.
Ma non finisce qui. “Ho un piccolo ricatto per Musumeci, che non vede l’ora che me ne vada. Il 27 arriva un mecenate che porterà 39 milioni per Selinunte. Non li dà a me, ma deve trattare con me. Con chi tratterà se me ne vado? Fossi Musumeci aspetterei. Miccichè voleva che io rimanessi il più possibile, è stato molto disponibile. La data del 27 marzo l’ha in realtà indicata l’assessore Cordaro come prima data utile. Era la posizione della Giunta rispetto a un corpo estraneo quale sono io”.
“Non ho partecipato al ‘ritiro‘ di questo fine settimana con gli altri assessori, loro dicono che mi hanno invitato ma io in realtà non ho ricevuto nessun invito…”, ha aggiunto Sgarbi, secondo cui l’attività dell’Assessorato in questi tre mesi “è molto intensa, e soffro l’idea di rispondere a inutili polemiche sul fatto che non si sia fatto nulla”.
(seguono aggiornamenti)