La Merda, l’opera che ha scioccato e meravigliato il pubblico e la critica al Fringe Festival di Edimburgo nel 2012, torna a grande richiesta il 19 maggio dalle 21 a Palermo presso il TMO – Teatro Mediterraneo Occupato. Lo spettacolo, scritto da Cristian Ceresoli e interpretato da Silvia Gallerano, è una produzione Frida Kahlo productions con Richard Jordan Productions in collaborazione con Summerhall (Edinburgo) e Teatro Valle Occupato (Roma). Dopo i sold out di Bruxelles e Milano, andrà in scena a Gorizia, Roma, Firenze, Catania, mentre nel 2019 sarà a New York.
Dopo aver vinto l’oscar del teatro europeo e registrato un enorme successo in tutto il mondo, l’opera, che ha varcato i confini del teatro e che il pubblico segue quasi fosse un concerto rock, prosegue il suo interminabile tour anche nel 2018.
La Merda ha trionfato al Fringe Festival di Edimburgo nel 2012, dove ha sconvolto e conquistato il pubblico e la critica vincendo, tra gli altri, il Fringe First Award for WritingExcellence per la scrittura assegnato a Cristian Ceresoli (primo autore italiano a ricevere questo premio), il The Stage Award for ActingExcellenceper l’interpretazione a Silvia Gallerano (prima attrice italiana a ottenere questo riconoscimento) e l’ArchesBrick Award for Emerging Art.
L’opera ha registrato il tutto esaurito al Festival di Edimburgo, sia nel 2012 sia nell’edizione successiva del festival nel 2013, proseguendo poi le repliche con straordinario successo ad Adelaide, Copenaghen, Roma, Madrid, São Paulo, Milano, Glasgow, Berlino, Vilnius, Vancouver e nel celeberrimo West End di Londra: sei anni consecutivi di tutto esaurito ovunque, nonostante una sottile e persistente censura, in particolare in Italia.
La Merda si manifesta come un poetico flusso di coscienza nel quale si scatena la bulimica e rivoltante confidenza pubblica di una “giovane” donna “brutta” che tenta con ostinazione, resistenza e coraggio, di aprirsi un varco nella società delle Cosce e delle Libertà.
L’interprete, nuda, sotto una luce stretta e fredda, sta su un piedistallo, tiene il microfono tra le mani, mugugna l’inno nazionale e poi dà sfogo al proprio flusso interiore. Insegue il suo obiettivo con seriosa ferocia da belva e lucida determinazione assassina. Spesso emergono dalla partitura letteraria delle maschere vocali o personaggi che prendono possesso della sua voce.
Il ‘brutale, disturbante e umano‘ testo sulla condizione umana di Cristian Ceresoli è stato definito dal Times: ‘Straordinario, duro, senza compromessi e assolutamente memorabile. Potenti e coinvolgenti parole che ti trascinano dentro e scuotono, lasciandoti disorientato, disturbato ed euforico’. Il Guardian scrive di Silvia Gallerano:‘Straordinaria, terrificante e difficile da guardare, impossibile da ignorare. Una pièce così letteralmente e metaforicamente nuda, rabbiosa e cruenta che quando abbandoni il teatro ti senti come scuoiato di tutta la tua pelle’.