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Palermo, alla Galleria Rizzuto la personale di Hale Tenger

venerdì 1 Giugno 2018
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La famosa artista turca Hale Tenger, dal 14 giugno all’1 settembre, sarà a Palermo presso la Galleria Rizzuto di via Maletto 5, con la personale “Beirut”. Hale Tenger, nata in Turchia a Smirne nel 1960, è un’artista di fama internazionale ed ha esposto nei musei e presso le istituzioni più importanti del mondo. È la prima volta che espone in Italia, e ha scelto Palermo per debuttare nel nostro Paese dopo gli innumerevoli successi e riconoscimenti della critica e del mondo dell’arte internazionale.

La personale “Beirut” rientra nel programma di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, ed ha il patrocinio del Comune di Palermo. L’evento inaugurale sarà tenuto giovedì 14 giugno alle  19. Si potrà visitare la mostra fino all’1 settembre, dal martedì al sabato, dalle 16 alle 20.

Nel corso della sua carriera artistica, Hale Tenger ha tenuto mostre personali in tantissimi paesi del mondo, tra i quali Turchia, Germania, Francia, Stati Uniti; ha partecipato alle Biennali di Istanbul, San Paulo, l’Havana, e ha esposto a Manifesta 1 di Rotterdam del 1996; ha esposto in musei e istituzioni internazionali tra cui il Centre Pompidou a Parigi, Art Gallery of Western Australia, ARTER Istanbul, Boghassian Foundation a Brussels, Istanbul Modern, Espace Culturel Louis Vuitton a Parigi, Seoul Museum of Art, New Museum of Contemporary Art a New York, Biennale di Venezia.

Hale Tenger è conosciuta per le sue installazioni in grande scala basate su una elaborata combinazione di usi non convenzionali di materiali, audio e video. L’artista turca vanta una vasta produzione ispirata da riferimenti storici, politici e psicosociali. Le sue opere mettono in scena i rapporti di potere ed affrontano temi profondi legati all’attività del governo del suo Paese e alle ripercussioni nella società, alla soppressione politica, all’immigrazione, alla femminilità, all’identità culturale, analizzando artisticamente le dinamiche del potere e le tensioni esistenti tra Stato e singolo individuo, in una costante e sfumata critica alla difficile condizione sociale della Turchia, paese di origine di Hale, sempre più stretta in un potere che si rivela autoritario.

Presenza ed esperienza sono elementi chiave nelle installazioni di Hale, sia che creino atmosfere meditative, sia che emergano sorprendenti e destabilizzanti. Stati di potere e violenza, oppressione e aspetti di repressione, tanto della società quanto dell’individuo, sono messi in discussione in tutti i suoi lavori, che interagiscono sempre con gli elementi del suono, della struttura e dell’effetto. Il pubblico inevitabilmente oscillerà tra la visualizzazione di una situazione e un’altra, tra ciò che possiamo vedere e quello che possiamo sentire e percepire. L’audio è integrato nella maggior parte delle sue opere in varie forme, come musica esclusiva, come narrazione o come arrangiamento di registrazioni d’archivio.

hale_tenger_Per la mostra alla RizzutoGallery di Palermo, oltre a fotografie e sculture in edizioni rarissime, Hale presenterà la videoinstallazione Beirut (2005-2007. Video 3’47”). Alle 12,55 del 14 febbraio 2005, mentre passava il convoglio dell’ex primo ministro libanese Rafiq al-Hariri, un furgoncino Mitsubishi esplode in un quartiere di Beirut. Ventidue persone rimasero uccise in un’esplosione che aveva la forza di una tonnellata di TNT. Nella videoinstallazione viene inquadrata la facciata dell’Hotel St. George in prossimità del quale avvenne l’attentato. Il video è diviso in due parti. Il giorno e la notte. Il prima e il dopo. Nella prima parte, la luce pallida del sole si riflette sull’edificio e le tende bianche dell’hotel sventolano chiare fuori dalle finestre, cullate dall’ipnotica musica di Serdar Ateşer. La calma prima della tempesta. Nella seconda parte del video, una ripresa notturna sulle tonalità cromatiche verdi, si capisce che la tragedia è avvenuta, lo scoppio ha sconquassato l’instabile tranquillità. Esplosioni, sirene e spari sostituiscono la musica. E le tende sbattono sui balconi, disperate come immaginari personaggi che urlano il proprio dolore. “Beirut”, per quanto impressionante e verosimile possa apparire, non è un video documentario ma un’opera di finzione in cui Hale Tenger ha ricreato l’atmosfera della guerra in Medio Oriente aggiungendo alle immagini i suoni dell’intervento armato israeliano in Libano del 2007. Per immaginare il sangue versato nei combattimenti bastano gli effetti sonori. E i balconi vuoti di un edificio, spalti ideali da cui contemplare lo spettacolo della violenza.

“Beirut” racconta in maniera romantica e triste il destino condiviso di tutto il Medio Oriente, e di ogni città o paese che abbia conosciuto la violenza di disordini politici, bombe e omicidi. Un modo per riflettere – qui in questa “Palermo come Beirut, Città mediorientale in Europa” – sulla necessità di una ricerca senza fine di una vera democrazia, che non è mai pienamente stabilita fino a quando non saprà fornire uguaglianza alle persone “attraverso il dialogo, la cultura dell’accoglienza, la coabitazione, e la convivenza dei diversi”.

Hale Tenger è nata a Smirne (Izmir), Turchia, nel 1960. Dopo aver studiato informatica presso l’Università di Bosforo a Istanbul, ha intrapreso il percorso artistico frequentando prima l’Accademia di Belle Arti e completando poi il Master presso il Dipartimento di ceramica. Nel corso della sua carriera  ha tenuto mostre personali e collettive, ha partecipato a Biennali e ha esposto in Musei e Istituzioni internazionali. Tra le mostre personali: We didn’t go outside; we were always on the outside/ We didn’t go inside; we were always on the inside, Protocinema, NY (2015); Swinging on the Stars, Galeri Nev, Istanbul (2013); Perspectives: Beirut, Smithsonian Institute, Washington (2011); Balloons on the Sea, Green Art Gallery, Dubai (2011); Never Never Land, Mannheimer Kuntsverein, Mannheim (2001); and The Closet, ArtPace, San Antonio, Texas (1997). Tra le Biennali: 3° e la 4° Biennale di Istanbul (1992 & 1995); la Biennale di San Paulo (1994); Manifesta 1, Rotterdam (1996); la 2° Biennale di Johannesburg (1998); Gwangju Biennial (2000); 8° Biennale dell’Havana (2003); 1° Haifa Mediterranean Biennial (2010); 57° Biennale di Venezia, International Art Exhibition (2017). Il suo lavoro è stato inoltre presentato in istituzioni internazionali tra cui: Centre Pompidou, Paris; Art Gallery of Western Australia; ARTER, Istanbul; Neuer Berliner Kunsverein, Berlin; Boghassian Foundation, Brussels; Istanbul Modern, Istanbul; Espace Culturel Louis Vuitton, Paris; Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam; Thyssen-Bornemisza Art Contemporary, Vienna; Martin-Gropius-Bau, Berlin; Seoul Museum of Art, Seoul; Palais des Beaux Arts de Lille, Lille, Carré d’Art-Nimes Museum of Contemporary Art, Nimes; Museum voor Moderne Kunst Arnhem, Arnhem; Van Abbemuseum, Eindhoven; Protocinema, New York; New Museum of Contemporary Art, New York.

Vive e lavora ad Istanbul.

Elenco delle mostre in cui è stato presentato Beirut in precedenza:

2016 “Cher (e) s Ami (e) s”, Centre Pompidou, Parigi, a cura di Christine Macel.

2014 “Impact”, Galleria d’arte dell’Australia occidentale, Perth, Australia.

2013 “Tende”, Centro per l’architettura e il design americano, Università del Texas ad Austin, Mebane Gallery, Austin.

2012 “Istanbul Modern – Rotterdam”, Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam, a cura di Levent Çalıkoğlu

2011 “Double Crescent: Art from Istanbul and New Orleans”, Chelsea24 Gallery, New York, a cura di Dan Cameron.

2011 “Perspectives: Hale Tenger”, Arthur M. Sackler Gallery, Smithsonian Institution, Washington DC, a cura di Carol Huh.

2010 “The First Haifa Mediterranean Biennial”, Haifa, a cura di Belu-Simion Făinaru.

2010 “New Works, New Horizons”, Istanbul Modern, Istanbul, a cura di Levent Çalıkoğlu.

2009 “Seriosly Ironic”, CentrePasquArt, Bienne, a cura di Dolores Denaro e Isin Onol.

2009 “Taswir”, Martin-Gropius-Bau, Berlino, a cura di A. Shulamit Çoruh e Hendrik Budde.

2008 “Ultime cose”, Westfalischer Kunstverein, Münster, a cura di Vasıf Kortun.

2008 “Scenes of the South: Eastern Meditterranean”, Museo d’Arte Contemporanea Carré d’Art-Nimes, Nimes, a cura di Françoise Cohen

2008 “In e Out of Istanbul”, Slought Foundation, Philadelphia, a cura di Osvaldo Romberg.

2008 “Given Difference”, Pier 92, New York, a cura di Charles Merewether.

2007 “Nev / Tepebasi”, Galeri Nev, Istanbul.

 

 

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