Domani, venerdì 9 febbraio alle 20, al circolo Arci Porco Rosso di piazza Casa Professa 1 a Palermo, verrà presentato il nuovo libro del giornalista Andrea Turco: “La città a sei zampe. Cronaca industriale, ambientale e operaia di uno tra i maggiori petrolchimici d’Europa“, edito da Villaggio Maori Edizioni. Ne discutono con l’autore Giulia Di Martino e Francesco Bellina.
In Italia esiste un antico e controverso rapporto tra industria, territorio e popolazione: il caso Eni a Gela ne rappresenta forse la pietra miliare. Reportage e inchiesta su di un argomento spesso titolato dalla testate giornalistiche, montato durante le campagne elettorali e mai approfondito.
Un libro che non tralascia nessun aspetto: la storia del “cane a sei zampe” e le sue politiche industriali, l’impatto ambientale e gli “omissis” in materia di prevenzione e risanamento, la trasformazione urbana e simbolica del territorio, la retorica delle istituzioni e le promesse mancate, le memorie personali, la vita operaia e l’emergenza sanitaria. Storia pubblica e privata al contempo, attuale e paradigmatica, che racconta come l’azienda di Mattei abbia affondato le sue zampe in Italia, modernizzandola e intrappolandola al tempo stesso.
“Seguo le vicende dell’Eni da quando ne ho memoria – spiega l’autore – anche perché sono figlio di un metalmeccanico che ha lavorato alla raffineria di Gela per oltre 20 anni. Da quando il cane a sei zampe ha annunciato la chiusura degli impianti, il 02 luglio del 2014,ho raccontato la narrazione tossica, è proprio il caso di dirlo, che l’azienda e le istituzioni hanno continuato a fornire: per loro andava tutto bene, loro parlavano di riconversione (mai partita) e di posti di lavoro che non si sarebbero persi (e invece se ne sono persi a centinaia), parlavano di bonifiche (mai effettuate) e di palliativi spacciati per grandi soluzioni. Questo libro è il tentativo di spiegare perché ancora Gela rimane, nonostante tutto, la città dell’Eni“.