Nella giornata di oggi ricordiamo l’assassinio di Pio La Torre, avvenuto il 30 aprile del 1982. Politico e sindacalista palermitano, è stato un campione di impegno civile e sin da giovanissimo ha impegnato la sua vita e la sua carriera alla lotta contro la mafia.
La mattina del 30 aprile con una Fiat 131 guidata dal suo collaboratore Rosario Di Salvo, Pio stava raggiungendo la sede del partito. Ma una moto di grossa cilindrata obbligò Di Salvo ad uno stop, in quel momento venne seguito da una serie di proiettili. Dall’auto scesero due uomini che compirono il duplice omicidio. Pio La Torre morì all’istante, Di Salvo ebbe il tempo di sparare alcuni colpi prima di morire.
Per commemorare il 42esimo anniversario, ilSicilia.it ha intervistato Elio Sanfilippo e Nino Caleca, autori del libro “Perché è stato ucciso Pio La Torre“, in ricordo della sua battaglia contro Cosa Nostra.
“Oggi è il ricordo dell’assassinio di La Torre e Di Salvo ed è giusto che il ricordo sia fortemente voluto anche dalle istituzioni“, afferma l’avvocato Nino Caleca giudice del CGA. “Si da forza se assieme al ricordo si manifesta anche la volontà di contribuire a eliminare dubbi e ombre. Un omicidio fortemente voluto da Cosa Nostra, e noi non smetteremo mai di richiedere l’accertamento della verità“.
“La lezione che ci lascia Pio La Torre è molto semplice, quando i governi non riescono a risolvere i grandi problemi che stanno di fronte al mondo, è necessaria la mobilitazione popolare ed è quello che fece lui, impedì che la Sicilia diventasse un avamposto nucleare e contribuì al disarmo generalizzato“, queste le parole di Elio Sanfilippo, dirigente del PCI. “Pio La Torre era un grande siciliano che sognava un mondo senza missili e senza mafia“.