La Sicilia è terra di cultura, arte, bellezze paesaggistiche, buona cucina, ma la sua peculiarità sta nel fatto che ci sono delle realtà virtuose, come il “Museo Civico Baldassare Romano” di Termini Imerese, per fare un esempio, in cui campi diversi interagiscono felicemente.
Dal 18 al 21 febbraio, infatti, questo “Tempio della cultura” diventa palcoscenico di “Carnevale al Museo“, conciliando il sapere e la bellezza, che rappresenta, al divertimento di cui il periodo carnascialesco è simbolo . D’altronde la riflessione estatica, dinanzi a un’opera d’arte, e la gioia di vivere del periodo più pazzo dell’anno, sono entrambi portatori di “diletto” e, quindi, pensate, al mix vincente che rappresenta la la loro unione. Prima di penetrare nel programma, vogliamo accompagnarvi nel “Museo Civico Baldassare Romano” che, ospitato in un edificio storico del XIV secolo, offre una vasta gamma di reperti che vanno dalla preistoria alla metà del Novecento, con un nucleo originario costituito dalla collezione archeologica conservata nel Palazzo Senatorio della Città. Fin dalla fine del XVI secolo, alcune delle statue, delle iscrizioni e degli elementi architettonici, recuperati nel corso dei decenni, furono trasferiti progressivamente nel palazzo comunale, dove si venne a formare una raccolta archeologica che, collocata davanti alla facciata dell’edificio, fu ammirata da Houel, Denon e altri viaggiatori del XVIII secolo e degli inizi del XIX.
Nel 1846-47, Baldassare Romano, a cui il Museo Civico è intitolato, archeologo e studioso termitano, nonché corrispondente della Commissione per le antichità e Belle Arti della Sicilia, curò la collezione e la sua sistemazione all’interno del palazzo, riunendovi altre epigrafi e monumenti, che si trovavano in edifici pubblici della città o in possesso di privati, e arricchendo la raccolta civica con i reperti provenienti dagli scavi da lui diretti, soprattutto da quelli eseguiti nella necropoli occidentale della città dove aveva messo in luce una dozzina di tombe tardo-ellenistiche o della prima età imperiale. Un vero e proprio museo fu realizzato, solo nel 1873, per iniziativa di Ignazio De Michele e di Saverio Ciofalo. Questo luogo “sacro alle Muse“, custode del passato, immerso nel presente e proiettato nel futuro, va visitato, vissuto, scoperto e tra le sue meraviglie troverete, oltre una ricchissima pinacoteca, una cappella del ‘400.
Dopo queste piccolissime pillole, che non vogliono contravvenire a quanto detto da Benigni e cioè che “un mistero svelato è un mistero svilito“, passiamo al programma che vede il connubio di Carnevale e Museo, due mondi che dalla dualità diventano unità grazie, anche, a un illuminato responsabile amministrativo Fabio Lo Bono che, nel libro Popolo in Fuga, Sicilia terra d’accoglienza, narra una triste pagina della nostra storia che vede gli italiani della città di Zara e di Fiume, costretti a intraprendere un viaggio alla ricerca della loro identità, essere accolti proprio a Termini Imerese che li ospitò prima con diffidenza e, poi, con il calore che solo il popolo siciliano sa donare.
Chiudiamo con una frase di Renzo Piano che recita: “Un museo è un luogo dove si dovrebbe perdere la testa”, cosa che potrebbe accadervi partecipando al “Carnevale al Museo“.
PROGRAMMA DI CARNEVALE AL MUSEO 2020
Martedì 18 febbraio
Inaugurazione alle 11 (rimarrà visitabile fino al 25 febbraio)
Installazione Border Colors di Tommaso Chiappa
Mercoledì 19 febbraio
Ore 16/18
Laboratorio didattico
“La Lavorazione della Cartapesta” a cura di Giuseppe Piscitello
Giovedì 20 febbraio
Ore 12/14
Performance “Disegno dal Vero” a cura del Liceo artistico G. Ugdulena
Venerdì 21 febbraio
Alle 17,30
Presentazione del libro “Archaelogy of Uplands on a Mediterranean Island. The Madonie Mountain Range in Sicily” di Vincenza Forgia.