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A18 pericolosa, un pendolare scrive a Musumeci: “Mi ha deluso, non voglio morire”

mercoledì 5 Dicembre 2018
Francesco Puglisi con Nello Musumeci
Francesco Puglisi con Nello Musumeci

Il casello di Spisone (Taormina) dell’autostrada A18 rimane ancora chiuso al traffico per lavori sino al 20 dicembre e la protesta degli utenti non si ferma. Aspettando la riattivazione completa dello svincolo di Taormina in uscita per l’utenza proveniente da Catania e in entrata per i veicoli diretti a Messina, proseguono i disagi e resta in vigore il doppio senso di circolazione sulla carreggiata lato monte tra Taormina e Giardini per la chiusura di quella di valle. E un automobilista che percorre ogni giorno la Messina-Catania ha scritto una lettera al presidente della Regione, Nello Musumeci, esprimendo l’amarezza per i disagi ma anche per i pericoli in atto lungo la sede autostradale.

Francesco Puglisi, 51 anni, agente di commercio, tra i più attivi nella protesta social anche attraverso un apposito gruppo facebook, si dice pronto ad un gesto eclatante: a lasciare il suo posto di lavoro pur di non dover più rischiare la vita in quell’autostrada che da 20 percorre ogni giorno con un furgone: “Ho comunicato la mia decisione all’azienda per la quale lavoro, dopo l’incidente della scorsa settimana sulla A-18, all’altezza di Taormina, in cui ha perso la vita un uomo di Messina. Sono rimasto molto scosso”. Mi sposto da Taormina a Montalbano, da Fiumefreddo a Messina. Ho documentato quotidianamente con foto e video le condizioni dell’autostrada, che in alcuni punti sembra una trazzera, per la quale paghiamo anche il pedaggio. La morte di Francesco Cardella la sento come una sconfitta“.

“Lei forse non si ricorda nemmeno le parole che mi ha detto in quel giorno del fine maggio scorso – scrive Puglisi a Musumeci – in occasione della sua visita ad Ali Terme. Tra una stretta di mano una foto e un selfie lei mi disse che subito dopo le elezioni di giugno 2018 mi avrebbe incontrato per far chiarezza e per capire quale prospettiva futura ci aspettava sulla problematica cronica dell’autostrada A18. Mi ero illuso che questo incontro potesse diventare realtà ma così non è stato“.

Ho deciso di lasciare il mio lavoro perché non voglio morire sull’autostrada per negligenza altrui e i miei figli sono ancora troppo piccoli per crescere senza un padre. Presidente ha vinto lei, io ho perso come hanno perso tutti gli utenti di questa vergogna. La mia paura più grande è questo silenzio e l’indifferenza davanti ad una problematica che da diversi anni si è intensificata. Io da gennaio non avrò più il tempo per documentare, perché dovrò trovarmi un altro lavoro e a 51 anni non è facile in una terra che lei dice che “Diventerà bellissima”.

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