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A chi spetta veramente?

Accompagnamento e false invalidità: l’abisso incolmabile tra i furbetti e l’esigenza reale

mercoledì 8 Novembre 2023
Giovanna Volo

“False invalidità in cambio di mazzette” è uno dei titoli che sempre di più spunta nei giornali. Difatti, aumentano i casi di riconoscimento di invalidità civile non spettante, o spettante in percentuale minore da quella poi conseguita, per avere assegni pensionistici, indennità di accompagnamento e benefici assistenziali a persone sprovviste dei requisiti che, ben volentieri sborsano mazzette tra 500 e 2.000 euro per  false attestazioni.

Passo indietro, cos’è l’indennità di accompagnamento?

L’indennità di accompagnamento, come riporta l’Inps, è una prestazione economica erogata a domanda a favore dei soggetti mutilati o invalidi totali per i quali è stata accertata l’impossibilità di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore, oppure l’incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita.

Spetta a tutti i cittadini in possesso dei requisiti sanitari residenti in forma stabile in Italia, indipendentemente dal reddito personale annuo e dall’età.

La prestazione economica viene corrisposta per 12 mensilità e, per il 2022, l’importo dell’indennità è stato di 525,17 euro.

Chi può richiedere la prestazione

L’indennità è riconosciuta a chi è in possesso dei seguenti requisiti:

  • riconoscimento dell’inabilità totale e permanente (100%);
  • riconoscimento dell’impossibilità a deambulare autonomamente senza l’aiuto permanente di un accompagnatore;
  • riconoscimento dell’impossibilità a compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita senza un’assistenza continua;
  • residenza stabile e abituale sul territorio nazionale;
  • cittadinanza italiana;
  • per i cittadini stranieri comunitari: iscrizione all’anagrafe del comune di residenza;
  • per i cittadini stranieri extracomunitari: permesso di soggiorno di almeno un anno (art. 41 TU immigrazione);
  • residenza stabile e abituale sul territorio nazionale.

Per ottenere la prestazione è necessario, anzitutto, che la minorazione sia stata riconosciuta nel verbale rilasciato dall’apposita commissione medico legale al termine dell’accertamento sanitario.

Nella domanda di avvio del procedimento, da inviare all’Inps, difatti, devono essere inseriti tutti i dati socioeconomici, eventuali ricoveri, tutti gli esami diagnostici e relazioni degli specialisti che seguono le varie patologie del paziente e anche lo svolgimento dell’attività lavorativa. A seguito dell’invio “il termine ordinario per l’emanazione dei provvedimenti è stabilito dalla legge n. 241/1990 in 30 giorni, ma in alcuni casi la legge può fissare termini diversi”.

Nuccia Albano

Secondo i dati della Regione Siciliana, risalenti a giugno 2023, sono circa 13mila i soggetti censiti con disabilità grave. A settembre, l’assessore alla Famiglia della Regione Siciliana, Nuccia Albano, annunciò “l’erogazione puntuale” di quasi 16 milioni di euro per il pagamento del beneficio economico in favore di questi.

A Caltanissetta è stato erogato l’assegno a circa 900 persone, a Palermo per oltre 2.300 aventi diritto, mentre a Trapani a circa 1.400. A Messina, invece, i beneficiari sono circa 2.000 mentre ad Agrigento sono stati saldati oltre 1.000. A SiracusaEnna Catania sono state corrisposte le somme rispettivamente a 704447 e circa 3.000 disabili gravissimi, mentre a Ragusa quelli censiti sono oltre 500.

Il folklore dei furbetti e l’esigenza

Trovare qualcuno che abbia le carte in regola per farsi sovvenzionare dallo Stato diventa un’impresa.

I casi più comuni sono falsi ciechi, affetti da gravi patologie fisiche o paraplegici che poi trovi a leggere il giornale nei bar, guidare moto, ballare in discoteca o “scamminare” in immensi centri commerciali. Ma per riuscire in tutto questo vi è sotto una complicità che pochi sospettano.

Per ogni falso invalido si stima  che vi siano circa sei funzionari che si prestano a truffare lo Stato, inoltre, vi sono vere e proprie organizzazioni, agenzie che forniscono  certificati e consigli per “passare l'”accertamento” ed  indurre in errore la commissione medica dell’Inps come: munirsi di sedie a rotelle o girelli per apparire affetti da gravi deficit motori, o simulare gravi deficit psicotici e, perché no, mostrarsi trasandati e malmessi e quindi incapaci di adempiere alle attività di vita quotidiane.

I disabili veri tra questi esistono, ma i ritardi alle visite specialistiche, rallentano tutto il sistema che, a livello nazionale, è messo a dura prova dalla carenza di medici e infermieri e dall’inappropriatezza descrittiva, nonostante il Rao (Raggruppamenti di Attesa Omogenea) che ha l’obiettivo di differenziare i tempi di attesa per i pazienti che accedono alle prestazioni specialistiche ambulatoriali in base a criteri clinici espliciti.

 

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