Un successo che ha superato ogni previsione quello riscosso da “La sconfinata giovinezza”, rassegna promossa dall’Amministrazione comunale e dedicata al celebre Pupi Avati, ospite alla Villa Belvedere, location straordinaria e apprezzata unanimemente, dove è stato allestito lo schermo sul quale sono stati proiettati, da giovedì scorso ad ieri, i film “Storia di ragazzi e ragazze”, “Impiegati”, “La seconda notte di nozze” e “Dante”, secondo un collaudato format che ha visto la giornalista Ornella Sgroi condurre in maniera impeccabile i “talk” introduttivi alle singole proiezioni, nel corso dei quali si sono alternati alcuni tra i protagonisti delle pellicole selezionate dal direttore artistico della manifestazione, Mario Patanè.
Anche ieri sera, come era avvenuto nei giorni precedenti, il viale della Villa Belvedere era gremito da un pubblico entusiasta. Ornella Sgroi ha dialogato a lungo con i fratelli Avati, il regista Luigi Boneschi, il critico cinematografico Jean Antoine Gili e l’attore Alessandro Sperduti, tra i più applauditi nel corso della rassegna, anche per via del suo eccezionale curriculum, in quanto, nonostante sia appena 40enne, è stato già diretto da registi del calibro dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani, Nanni Moretti e, ovviamente, Pupi Avati.
“Mi sento molto fortunato del percorso compiuto sin qui – ha affermato l’attore romano – e con Pupi, nel tempo, si è creato un rapporto molto umano che con “Dante” si è intensificato. E’ stato una guida meravigliosa e la sua presenza ha spazzato via tutte le mie preoccupazioni“.
Un tratto umano elevato quello sottolineato da Sperduti parlando del celebre regista, entusiasta e grato per l’accoglienza ricevuta ad Acireale. “La mia carriera dura da 57 anni – ha precisato Pupi Avati – ed è bello trovare amicizia autentica in un luogo così lontano rispetto a Bologna e Roma“.
Il regista emiliano, poi, ha posto l’accento sul futuro che attende il mondo del quale è autorevole rappresentante. “Anche ad Acireale – ha detto – abbiamo avuto la consapevolezza che l’approccio giusto è quello di cercare di fare un cinema non finalizzato a fare incassi, ma alle ragioni per le quali si racconta una storia. Oggi il cinema italiano è in una caduta verticale; tuttavia, confidiamo che i potenti non sottovalutino l’influenza che può avere, anche se, purtroppo, consumiamo quasi esclusivamente film americani. Io ho cominciato quando i colleghi si chiamavano Comencini, Monicelli, Antonioni e Fellini; allora, a differenza di adesso, il cinema portava l’Italia in tutto il mondo“.
Legittimo l’entusiasmo del sindaco, Roberto Barbagallo, il quale, rivolgendosi ad Avati, si è espresso così: “Un regista di spessore, come gli viene riconosciuto in maniera unanime, ed un format già sperimentato con grande apprezzamento del pubblico sono gli elementi di un’iniziativa culturale di livello elevato. Pupi Avati è tra coloro che hanno fatto la storia del cinema e lo ringraziamo per avere accettato il nostro invito, come ringraziamo quanti hanno collaborato. La Villa Belvedere, tra l’altro, resta una location ideale e l’anno prossimo speriamo si aggiunga il parco delle Terme, in fase di ristrutturazione, per sfruttare al massimo ciò che i nostri padri ci hanno lasciato“.
L’assessore alla Cultura, Enzo Di Mauro, ha aggiunto: “Ringrazio Pupi e Antonio Avati – ha affermato – nonché i grandi attori intervenuti, tutti capaci di incantare il pubblico, la cui risposta è stata straordinaria, a testimonianza della voglia di cultura che esiste e che premia l’azione della nostra Amministrazione. Abbiamo deciso di puntare su questo aspetto e credo che, sino ad ora, i risultati ci stanno dando ragione, anche perché Acireale recepisce benissimo“.