E’ morto all’età di 59 anni Biagio Conte. Palermo perde così una delle sue figure più importanti e di riferimento, che ha dedicato l’intera vita ai più poveri, spesso soli e dimenticati dalla società.
Il missionario laico palermitano, fondatore della Missione Speranza e Carità, dalla scorsa estate lottava contro un cancro al colon. Nonostante i cicli di chemioterapia, la situazione clinica è peggiorata e nelle ultime ore non c’è stato più nulla da fare. Fin dalla scoperta della malattia, il frate ha chiesto di pregare per lui ed ha continuato a diffondere i suoi messaggi di solidarietà e pace.
Nato a Palermo il 16 settembre 1963, trascorre i primi anni d’infanzia in Svizzera, per poi ritornare all’età di 9 anni a Palermo. Abbandona la scuola a 16 anni, per iniziare a lavorare nell’impresa edile di famiglia. Nel 1983, a causa di una profonda crisi spirituale, decide di allontanarsi dalla famiglia, trasferendosi a Firenze. Inizia la vita da eremita nel maggio del 1990, ritirandosi nelle montagne dell’entroterra siciliano. Poi il viaggio a piedi verso Assisi, per conoscere i luoghi di San Francesco, che lo ispirò nella sua missione. Tornato poco dopo a Palermo si è dedicato interamente, fino agli ultimi istanti di vita, agli ultimi e ai più bisognosi, grazie anche alla “Missione di Speranza e Carità”, che fondò nel ’93.
Tra gli eventi più straordinari quello avvenuto nel 2014, quando dopo anni in sedia a rotelle riuscì a tornare in piedi. Il missionario soffriva a causa di alcune vertebre schiacciate e di altri problemi circolatori, che gli facevano gonfiare i piedi. Poi il pellegrinaggio e il bagno nella piscina di Lourdes: Biagio Conte tornò a camminare. “Dopo il bagno in piscina non ho sentito più il bisogno della sedia a rotelle… Se il Signore adesso mi chiede di più lo faccio volentieri e con tutto il cuore a vantaggio degli ultimi. E’ questo infatti quello che tutti siamo chiamati a fare in un momento così difficile per la nostra società fortemente in crisi“. Così commentò allora l’accaduto.
Tanti furono nella sua vita i viaggi, i pellegrinaggi, e i digiuni. L’ultimo esilio è stato la scorsa primavera, per 9 mesi, in una caverna delle montagne di Palermo. A giugno la scoperta del male. Ma non è bastato a fermarlo. Il mese scorso l’ultimo appello, per il pagamento delle bollette della missione, aumentate vertiginosamente per il caro di gas e luce. Il giorno di Natale si è occupato personalmente della missione. La sera del 31 dicembre si sono riuniti attorno a lui per tutta la notte, per l’adorazione eucaristica. L’indomani, giorno dedicato alla Madonna, con una sedia a sdraio, Biagio Conte è stato trasferito in chiesa per la messa. Negli ultimi giorni, trascorsi in via Decollati, tutta Palermo ha pregato e si è stretto a lui nella speranza di un miracolo. Ma questa volta non è avvenuto.