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Addio a Robert Redford, leggenda del cinema e voce del cambiamento

martedì 16 Settembre 2025

Robert Redford è morto. L’attore, regista e produttore americano si è spento all’età di 89 anni, lasciando dietro di sé un’eredità che va ben oltre il cinema. Non è stato soltanto un interprete amato e riconosciuto a livello mondiale, ma è stato un uomo profondamente impegnato sul piano sociale, politico e culturale. Ha combattuto battaglie per l’ambiente, ha sostenuto i diritti civili e ha dato voce al cinema indipendente fondando il Sundance Festival, che dagli anni ’80 è diventato il più importante palcoscenico internazionale per i registi emergenti e per le produzioni alternative al sistema degli studios.

La sua storia artistica è quella di una leggenda. Redford ha incarnato il volto più luminoso e carismatico del cinema americano, diventando protagonista di pellicole che hanno segnato la memoria collettiva. Dagli anni ’60 fino ai giorni nostri ha attraversato epoche e generi con grazia e determinazione, senza mai rinunciare a portare dentro i suoi personaggi uno sguardo critico e umano.

Dopo gli esordi teatrali e televisivi, la sua carriera decollò con “A piedi nudi nel parco” (1967) e con l’indimenticabile “Butch Cassidy” al fianco di Paul Newman. Ma fu con “La stangata” che conquistò il grande pubblico, diventando un’icona di stile e fascino. Negli anni ’70 arrivarono ruoli che misero in luce il suo impegno civile: “Il candidato” e soprattutto “Tutti gli uomini del Presidente”, in coppia con Dustin Hoffman, film che raccontò lo scandalo Watergate e che divenne fonte di ispirazione per intere generazioni di giornalisti.

La regia segnò un’altra fase fondamentale della sua carriera. Con “Ordinary People” (1980), al suo debutto dietro la macchina da presa, vinse l’Oscar per miglior regista e miglior film. Vent’anni più tardi, nel 2002, ricevette il Premio Oscar alla carriera, riconoscimento che suggellò la sua doppia identità di attore carismatico e cineasta capace di lasciare un segno profondo.

Ma accanto al cinema c’è sempre stato l’uomo. Redford ha scelto lo Utah come casa, rifugio e simbolo di un rapporto autentico con la natura, difesa attraverso campagne ambientali e sostegno a organizzazioni ecologiste. Non ha mai nascosto le sue posizioni politiche progressiste, parlando apertamente di giustizia sociale, di responsabilità verso il pianeta, di diritti civili.

L’eredità di Robert Redford non si misura soltanto nei premi, nei ruoli indimenticabili o nei successi al botteghino. Si misura nella capacità di avere unito glamour e coscienza critica, di aver aperto strade a chi non aveva voce, di aver mostrato che un artista può e deve essere anche un cittadino del mondo.

Con lui se ne va una leggenda, ma resta l’esempio di un uomo che ha scelto di credere nel potere delle storie, nell’impatto delle immagini e nella forza del cambiamento. Come amava ricordare: “La storia è la più potente arma che abbiamo. È attraverso le storie che possiamo cambiare la società”.

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