Se l’aeroporto Pio La Torre di Comiso non esistesse i voli in arrivo a Fontanarossa, in caso di maltempo, dovrebbero essere dirottati a Palermo, ovvero a più di due ore di distanza via terra. Un disagio di non poco conto sia per i passeggeri che per i vettori e gli operatori aeroportuali. Proprio oggi due aerei sono stati dirottati per il forte vento a Comiso.
La vicinanza con lo scalo etneo attribuisce a quello ragusano una valenza strategica nell’ambito del sistema aeroportuale della Sicilia orientale. E’ questa la considerazione fatta da Giorgio Cappello, amministratore delegato della società che gestisce l’aerostazione di Comiso (Soaco). Cappello, quindi, invoca l’intervento dell’omologa società catanese (Sac), socio di maggioranza della Soaco, per la realizzazione di provvedimenti concreti di sviluppo.
Tutti concordano sul ruolo fondamentale che l’aerostazione di Comiso ricopre per la crescita dell’economia del territorio. Un recente report della Banca d’Italia ha messo in evidenza gli effetti positivi che ha avuto in particolare su alcuni asset cruciali, come il turismo e l’agroalimentare. Eppure i numeri sono sconfortanti, visto che l’ultimo bilancio ha fatto registrare una perdita annua di 2.9 milioni di euro, mentre a breve scadrà il contratto con Ryanair.
Tuttavia sono tante le leve da poter azione per tentare di raddrizzare la rotta e rendere lo scalo autosufficiente dal punto di vista economico. Nei giorni scorsi è stata firmata la terza convenzione con i Comuni iblei necessaria per usufruire dei 4.5 milioni di euro stanziati dal governo regionale precedente per la promozione dell’aeroporto. Somme per l’utilizzo delle quali si attende un decreto della Regione Siciliana. A queste, inoltre, si aggiungono i 300 mila euro dell’ex Camera di Commercio di Ragusa.