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L'intervento alla cerimonia d'apertura

Agrigento Capitale della Cultura, Mattarella: “Un tesoro da investire per il domani dei nostri figli”

sabato 18 Gennaio 2025

 “Saluti e auguri che si estendono a quanti, sul territorio, saranno impegnati negli eventi in programma. Tra di essi, ai lampedusani. Concittadini, che le ferite del nostro tempo hanno reso avanguardia della civiltà europea. Espressione di cultura solidale”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia di inaugurazione di Agrigento Capitale della Cultura 2025.

“Natura, storia, cultura sono elementi del nostro patrimonio genetico. Le metropoli italiane, mete di turismo crescente, non sono i soli centri di gravità. La ricchezza del nostro Paese sta nella sua pluralità. Nella sua bellezza molteplice. A fornire pregio particolare all’Italia sono proprio le sue preziose diversità, le cento capitali che hanno agito, nell’arco di secoli, come luoghi capaci di esprimere comunità. Un tesoro da investire per il domani dei nostri figli. Tante realtà, nelle Regioni d’Italia, detengono inestimabili risorse, numerose rischiano di deperire senza cura adeguata”.

 

 

 

Agrigento sia la voce delle periferie come motori di cultura e progettualità

 

“Uno degli intenti per Agrigento, in questo 2025, è quello di non essere soltanto lo spettacolare palcoscenico della Capitale della Cultura, ma di costituire sollecitazione e spinta per tante altre realtà italiane. E’ una sfida per accrescere le opportunità dove oggi si sono ridotte. Una voce che afferma che le periferie sono anch’esse motori di cultura e di progettualità. Questa la sfida che il nostro tempo ci presenta”.

“Agrigentoha detto ancora Mattarellacentro irradiatore dell’antica civiltà greca già nel sesto secolo avanti Cristo. L’Akragas di Empedocle, che definì ‘radici’ i quattro elementi che indicava come costitutivi del tutto: il fuoco, l’aria, la terra, l’acqua. “‘Il sé, l’altro, la natura’ recita il tema scelto da Agrigento. La connessione tra cultura e natura – che avete posto al centro del vostro programma – è quanto mai attuale, incalzante. La Valle dei Templi, meravigliosa scenografia vivente che domina queste terre da oltre duemila anni, diventa così l’icona più affascinante di quel binomio cultura-natura che si pone davanti al nostro tempo come una prova decisiva”.

“La nostra Costituzioneha conclusoè stata lungimirante, affiancando, nell’articolo 9, la promozione della cultura alla tutela del paesaggio. Mai come adesso comprendiamo l’urgenza di un riequilibrio, di un nuovo sviluppo che potrà essere veramente tale solo se sarà sostenibile sul piano ambientale e sociale”.

“Per Empedocle l’unità degli elementi era la scintilla della nascita di ogni cosa, la separazione invece era causa di morte”. Lo dice il presidente della Repubblica, citando il logo della manifestazione. “Un simbolo che ripropone la necessità di ricomporre, rigenerare coesione, di procedere insieme. Lo chiede il ricordo dei morti delle guerre che insanguinano l’Europa, il Mediterraneo e altre regioni del pianeta. Lo impongono le tragiche violazioni dei diritti umani che cancellano la dignità, e la stessa vita. Lo esigono le diseguaglianze crescenti. Le povertà estreme, le marginalità”.

“Mai come adesso abbiamo coscienza del fatto che l’opera delle istituzioni e le politiche pubbliche sono importantissime e tuttavia non basteranno se non verranno sostenute da una corale responsabilità dei cittadini. La percezione del bene comune è cultura. E’ cultura il sapere di chi è aperto alla conoscenza del mondo, di chi ha sete di conoscere altri uomini, di chi sa che la vita è frutto dell’incontro. La cultura, cioè, è la vita”.

“Viviamo un tempo in cui tutto sembra comprimersi ed esaurirsi sull’istante del presente. In cui la tecnologia pretende, talvolta, di monopolizzare il pensiero piuttosto che porsi al servizio della conoscenza. La cultura, al contrario, è rivolgersi a un orizzonte ampio, ribellarsi a ogni compressione del nostro umanesimo, quello che ha reso grande la nostra civiltà”.

 

Riportare equilibrio nei luoghi dove la natura è stata forzata

 

“I molti tesori della penisola sono strettamente legati alle comunità che li hanno espressi, al loro peculiare sviluppo e siamo consapevoli che ci sono, oggi, aree in sofferenza, abbandoni necessitati, rischi di spopolamento. Riportare equilibrio nei luoghi dove la natura è stata forzata e in cui risiedono tanti beni della cultura italiana costituisce strada obbligata per favorire una crescita sostenibile, e per rafforzare il Paese nella sua interezza”.

Nel suo intervento Mattarella ha accennato anche alla scelta di Gorizia e Nova Gorica capitali europee della Cultura. “In questo stesso anno l’Italia condividerà con la Slovenia la responsabilità, di essere Capitale europea della Cultura con Gorizia e Nova Gorica. Una scelta di altissimo valore in un’area storicamente gravata da conflitti che oggi hanno saputo tradursi in collaborazione e amicizia nell’Unione Europea. Dove frontiere contrapposte avevano separato, oggi l’Europa unisce”.

 

La cultura risorsa sociale per far crescere i diritti

 

“In un luogo, come Agrigento, ove il patrimonio monumentale è dominante, potrebbe prevalere la convinzione che cultura sia ammirazione delle vestigia del passato. Ma la cultura non ha lo sguardo volto all’indietro. Piuttosto ha sempre sollecitato ad alzarlo verso il domani”. 

“Diceva Thomas Eliotha citato il presidente‘Se smettiamo di credere al futuro, il passato cesserà di essere il nostro passato: diventerà il passato di una civilizzazione estinta’. Ricordare, tener conto delle lezioni del passato è fondamentale ma la storia è levatrice dell’avvenire. Essere fedeli alla propria storia significa, appunto, costruire il futuro. Nel nostro caso l’Italia, con i giacimenti culturali che ovunque la contraddistinguono, è essa stessa lezione di dialogo, di pace, di dignità, per l’oggi e per il domani”.

“Ne parlerete in questo anno. Sapendo che il tema decisivo che investe la cultura è come farne perno di comunità. Come far diventare la conoscenza, l’arte, la cultura, un bene comune, un patrimonio davvero condiviso. Una risorsa sociale – ha concluso – che fa crescere e protegge i beni più preziosi: la libertà, l’eguaglianza dei diritti, il primato della persona, di ogni persona, la solidarietà”.

 

Agrigento raccoglie il testimone del valore del succedersi delle civiltà

 

“Agrigento, raccoglie questo, prezioso, testimone da Pesaro, nel centro dell’Italia. Che, a sua volta, lo aveva ricevuto dal nord del nostro Paese: da Brescia e da Bergamo. Una catena, di straordinario valore. Che, anno dopo anno, evidenzia il legame fra i diversi centri italiani. Ne mostra radici e progetti per il futuro. Ne pone in evidenza l’amicizia. Mette, in rilievo, il valore, degli scambi, tra patrimoni culturali, della conoscenza. L’Italia, è colma di luoghi carichi di storia, di arte, di bellezza”.

“Un patrimonio – ha aggiunto – che accumulato nei secoli ne ha contrassegnato l’identità. Nel succedersi delle esperienze dei popoli che l’hanno abitata e accresciuta. Nulla, più di questa parte della Sicilia. Nulla più di questa terra, è testimone del valore del succedersi delle civiltà”.

“Un sentiero – ha aggiunto Mattarella in un altro passaggioin cui l’uomo è in perenne movimento, a contatto con la propria storia, con quella degli altri. Le scoperte e la loro condivisione accrescono le opportunità. Non è una condizione statica, l’inerzia che nutre la storia, bensì la crescita del sapere che si trasmette e si diffonde. La crescita dell’incontro, del dialogo. Il cammino di Agrigento nei secoli ne dà testimonianza. L’Akragas dei greci. L’Agrigentum dei romani. La Kerkent degli arabi. La Girgenti siciliana di secoli addietro”.

 

L’omaggio a Pirandello e Camilleri

 

Omaggio a Luigi Pirandello e ad Andrea Camilleri, suo grande studioso, da parte del capo dello Stato nel suo intervento all’inaugurazione di Agrigento Capitale della Cultura 2025.

“Luigi Pirandello – ha sottolineato Sergio Mattarella – avrà un posto d’onore in quest’anno. Con la sua sagacia, con la sua ironia, con le sue maschere, con la sua capacità di scavare nell’animo umano”.

“Nel ricordare Pirandello ci accompagna e ci aiuta Andrea Camilleri – ha aggiunto Mattarella – anch’egli figlio di queste terre. ‘Chi era Sancho Panza? Chi era don Abbondio? – domandava Pirandello attraverso uno dei personaggi in cerca d’autore – Eppure vivono eterni, perché ebbero la ventura di trovare una matrice feconda, una fantasia che li seppe allevare e nutrire, far vivere per l’eternità'”.

“Viviamo un tempoha proseguitoin cui tutto sembra comprimersi ed esaurirsi sull’istante del presente. In cui la tecnologia pretende, talvolta, di monopolizzare il pensiero piuttosto che porsi al servizio della conoscenza. La cultura, al contrario, è rivolgersi a un orizzonte ampio, ribellarsi a ogni compressione del nostro umanesimo, quello che ha reso grande la nostra civiltà”.

“Ad Agrigento, in Siciliaha concluso in tutto il nostro Paese. Guardiamo con speranza a questo anno da vivere insieme con la voglia di accogliere, di conoscere, di dialogare, di compiere un percorso affascinante, in compagnia gli uni degli altri. Buon anno da Capitale della cultura!”.

 

Prima di lasciare il teatro il presidente, applauditissimo e sorridente, ha salutato le autorità e si è concesso anche a qualche amministratore locale con la fascia tricolore che gli ha chiesto un selfie.

“Presidente… Presidente…”, l’accoglienza all’esterno del teatro da parte delle persone che hanno seguito la cerimonia da un maxi schermo.

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