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All'inaugurazione il ministro Giuli

Al Museo del Carmine di Scicli “L’Opera delle formiche”: la mostra del Maestro siciliano Emilio Isgrò

martedì 6 Maggio 2025
Ieri, Al museo del Carmine a Scicli, nel Ragusano, è andata in scena “L’Opera delle formiche” del grande Maestro siciliano Emilio Isgrò a cura di Marco Bazzini e Bruno Corà. In questa giornata all’insegna della cultura c’erano importanti personalità della politica regionale e nazionale.
Presenti all’inaugurazione della mostra il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, il capogruppo di FdI Giorgio Assenza e il collega deputato Pino Galluzzo, il senatore Salvo Sallemi, l’assessore regionale Francesco Colianni e il sindaco di Scicli, Mario Marino. E ancora la presidente del MAXXI, Maria Emanuela Bruni.
Un sentito ringraziamento al Maestro 𝐄𝐦𝐢𝐥𝐢𝐨 𝐈𝐬𝐠𝐫𝐨̀ per avermi reso partecipe a questo prestigioso evento. Il Maestro Emilio Isgrò, puntualmente, attraverso i nostri dialoghi e confronti, mi è fonte di ispirazione e mi dà forza e idee al fine di rendere migliore la nostra 𝐒𝐢𝐜𝐢𝐥𝐢𝐚“, queste le parole del deputato Pino Galluzzo.
L’Opera delle formiche è una ricchissima antologica dell’artista messinese Emilio Isgrò che incarna un messaggio di gentilezza in un tempo attraversato da tensioni e prepotenze.
La mostra che inaugura il MACC è organizzata insieme all’Archivio Emilio Isgrò e presenta opere del grande maestro siciliano dagli anni Sessanta fino alle più recenti ricerche intorno alla Cancellatura, oltre a una grande installazione, L’Opera delle formiche, che trasforma in modo inedito il grande corridoio centrale del museo.

L’esposizione, a cura di Marco Bazzini e Bruno Corà, si propone come un’ampia ricognizione del percorso creativo dell’artista a partire dagli anni Sessanta, che segnano l’ingresso di Isgrò nel mondo dell’arte dopo il suo esordio come poeta. Una ricca esposizione che si dipana dagli “articoli di giornale” del 1962, a cui seguono due anni dopo le prime cancellature, e continua con i “particolari ingranditi” e le “lettere estratte” degli anni Settanta, per arrivare agli inediti libri cancellati del Gattopardo (1976) fino ai Codici ottomani (2010) e alle cancellature in rosso dei più recenti anni di ricerca. Gli stessi in cui Isgrò porta a un esito del tutto sorprendente la sua pittura attraverso il gioco dei pittogrammi testimoniati in mostra con opere come Palm e Il mare di Odisseo.

La mostra tende a valorizzare il rapporto stretto che l’artista ha avuto con la cultura mediterranea (nasce a Barcellona di Sicilia nel 1937) e pone un’attenzione puntuale sull’evoluzione della Cancellatura, che dagli anni Novanta del secolo scorso prende anche le sembianze di api e formiche. Queste ultime sono le protagoniste dell’installazione che si sviluppa nel grande corridoio centrale del museo e che dà il titolo alla mostra. Cesti ricolmi di carrube d’oro, simbolo di ricchezza e di crescita di questo territorio, sono attraversati da uno sciamare di formiche, per poi invadere l’intero ambiente espositivo oltre a irrompere nella piazza su cui si affaccia il complesso museale.

La scelta di un’invasione della città di Scicli da parte di questi insetti, simbolo dell’operosità e della vita comunitaria, è nelle parole di Isgrò:

“Sono un artista italiano e siciliano, cittadino di una Europa che ha bisogno di un’arte non allineata per dare un contributo non puramente decorativo a un mondo in tumulto. Così ho pensato a questa Opera delle formiche come segno di una Sicilia fedele a se stessa che tuttavia sa bene quando è venuto il momento di cambiare. Non più il ficodindia o l’Opera dei pupi, non più la retorica sicilianista, ma le umili formiche che offrono la loro intelligenza operosa a sostegno di un paese che deve entrare tutto intero in Europa se vuole pesare qualcosa”

La mostra è stata promossa dal Comune di Scicli, dall’Archivio Emilio Isgrò in collaborazione con Intesa Sanpaolo, con la partecipazione di MAXXI e con il contributo della Regione Siciliana e dell’Ars. 
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