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Ora o mai più. Se la Sicilia vuole veramente ridurre quel gap economico e sociale con il resto d’Italia e d’Europa, non può che sfruttare le risorse messe a disposizione dal Pnrr e dai fondi strutturali.
Suonano come un ultimatum le parole pronunciate ieri pomeriggio da Lorenzo Bellicini, direttore Cresme Ricerche, tra gli ospiti del primo giorno di lavori del Thinkingreen, il format che mette in primo piano i temi della sostenibilità e dell’ambiente all’interno della sedicesima edizione del Nations Award.
Nei saloni dell’NH Collection si è parlato di futuro, immaginando città sempre più attrattive. E proprio in termini di attrattività la Sicilia sconta ancora un vero e proprio paradosso.
“Andrebbe citato il Gattopardo – ha detto Bellicini – per spiegare come mai un territorio così incredibile come quello siciliano abbia una resistenza a correre verso l’innovazione, quasi come se non ne avesse bisogno. Una questione prima di tutto di mentalità, ma non vanno dimenticate difficoltà oggettive come le tasse che le piccole e medie imprese devono sostenere. Le Canarie hanno più turisti di tutto il Mezzogiorno, un dato che fa riflettere e che non può essere giustificato. Ecco perché non si può sprecare l’opportunità garantita dai nuovi fondi, bisogna realizzare progetti, intervenire su tutto quello che impedisce di sfruttare le potenzialità. Stavolta i soldi ci sono”.
Ma non bastano i fondi se non c’è sinergia tra istituzioni. Lo sa bene Lilia Cannarella, componente del Consiglio Nazionale Architetti, protagonista nel dibattito insieme ad altri esperti intervenuti al Thinkingreen.
“Il ruolo degli ordini professionali è sempre più centrale nella gestione dei progetti da finanziare con Pnrr e fondi strutturali, siamo riconosciuti al pari delle amministrazioni pubbliche e questo è un grande risultato. Serve una collaborazione concreta per disegnare il futuro della Sicilia, avere una visione chiara e condivisa per raggiungere una coesione territoriale e sociale ed eliminare differenze di genere o a livello occupazionale”.