“Sulle polemiche innescate sullo slittamento del termine di scadenza dell’aggiornamento dell’Albo degli operatori della formazione professionale previsto dalla legge regionale 23 del 2019 è opportuno un chiarimento per evitare che l’opinione pubblica possa intercettare opacità gestionale o peggio ancora clientele e affarismo che sono lontane dalla realtà in un settore che ha già pagato negli anni scorsi un scotto pesantissimo in termini di credibilità e di occupazione”.
A dichiararlo è Giuseppe Messina, Segretario Regionale Ugl Sicilia.
“La decisione dell’Assessorato regionale dell’istruzione e della formazione professionale di prorogare al 15 maggio 2020 il termine di scadenza per l’aggiornamento dell’Albo inizialmente previsto al 20 aprile –aggiunge – è stato sostenuto da un lungo ed articolato confronto con le Parti sociali che hanno richiesto all’Assessore Lagalla di rivedere la decisione“.
“A supporto di tale richiesta avanzata dalle OO.SS., compreso l’Ugl la consapevolezza che lo slittamento si sia reso necessario per venire incontro ai tanti lavoratori impossibilitati a spostarsi a causa dell’emergenza epidemiologia ed alle restrizioni imposte dai vari DPCM e Ordinanze del Presidente della Regione Siciliana per sopperire alla mancato possesso di dotazione informatica o collegamento internet necessari per effettuare l’aggiornamento telematico”.
“Slittamento del termine – chiarisce Messina che ha partecipato a tutti gli incontri – ampiamente discusso anche in una apposita seduta della Commissione Cultura, Lavoro e Formazione professionale dell’Ars. Tema affrontato pubblicamente e dibattuto ampiamente in Audizione anche dalla rappresentanza parlamentare nella qualità di Componente della Commissione di merito”.
“Non si comprendono le ragioni di tanta polemica – rilancia il Segretario Ugl Sicilia – perchè, semmai, va rimarcata la tempistica decisa dall’assessore dell’Istruzione che ha dato una accelerazione comprimendo i tempi al procedimento di aggiornamento dell’Albo perché la legge regionale n.23/2019, entrata in vigore il 7 gennaio 2020 ha disposto all’Assessore al ramo di avviare entro e non oltre 120 giorni la procedura di aggiornamento e cioè, in altre parole, entro il 7 maggio e l’assessore comprimendo le procedure, ha creato condizioni affinchè il tutto si chiudesse al 20 aprile, molto prima dei tempi assegnati dal legislatore per l’avvio dell’aggiornamento”.
“A sostegno della tesi della inutilità delle polemiche – sottolinea il sindacalista – anche la previsione contenuta nel decreto legge Cura Italia di sospendere i termini amministrativi in scadenza di 60 giorni, cosa che l’assessorato non ha fatto e che avrebbe potuto fare allungando oltremisura i termini”.
“Peraltro i numeri non sostengono le ragioni di chi vuol agitare inutilmente le acque in un settore che ha ricostruito a fatica la credibilità – puntualizza Messina – perché ad oggi sono 4652 le istanze presentate per l’aggiornamento, di cui 4521 confermate su circa 6300 aventi diritto”.
“E poi il paventato rischio di violazione del diritto alla chiamata al lavoro non sussiste – conclude – nella misura in cui di fronte ad un eventuale Avviso pubblico l’Albo a cui fare riferimento è il precedente ad oggi ancora in vigore a differenza di quello previsto dalla legge regionale 23/2019 ancora in corso di perfezionamento. Ugl richiama al senso di responsabilità tutti gli attori in campo perché l’emergenza pandemica ha cambiato la vita e le abitudini e serve, oggi più che ieri, grande senso civico e rispetto delle regole. Le polemiche si ma se sostenute da circostanze vagliate e oggettive”.