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I carabinieri della compagnia di Alcamo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Roberta Nodari del tribunale di Trapani, su richiesta della procura, nei confronti di quattro persone: Maurizio Andolina, 45 anni, di Villabate (Pa), David Gabriele, 40 anni, Giovanni Andolina, 61 anni, di Palermo e Carmelo Andolina, 31 anni di Palermo.
Questi ultimi tre residenti a Palermo; sono accusati di incendio, tentata estorsione e ricettazione. Secondo le indagini dei militari del nucleo operativo e radiomobile i quattro sarebbero i responsabili dell’incendio di tre motrici Renault custodite nel piazzale della società di trasporti Signorino in liquidazione acquisita dalla Kortimed Sud con sede ad Alcamo.
La notte del 10 febbraio 2021, tre degli arrestati si sarebbero recati presso la sede della società alcamese dove avrebbero dato fuoco ai mezzi pesanti presenti nel piazzale dopo averli cosparsi di liquido infiammabile. Per nascondere eventuali tracce, avrebbero anche incendiato l’auto, una Fiat 500 rubata, utilizzata per raggiungere Alcamo, dandosi poi alla fuga con una seconda autovettura. Il rogo sarebbe stato commesso d’intesa con un quarto complice. Quest’ultimo, proprietario di una società di trasporti nella provincia di Palermo, avrebbe cercato di impedire che la ditta alcamese interferisse nell’affidamento dei trasporti da e per la Sicilia occidentale.
Uno dei tre presunti esecutori materiali dell’incendio è indagato anche per evasione, in quanto era sottoposto alla detenzione domiciliare a Palermo. I quattro sono stati portati nel carcere Pagliarelli di Palermo.
Le indagini sull’incendio di tre grossi mezzi della Kortimed Sud, ditta che aveva acquisito la società Signorino di Alcamo, hanno consentito di fare luce sul tentativo di mettere in ginocchio una società di trasporti merci concorrente.
L’obiettivo dell’atto era quello di riprendere quote di mercato che erano state perse. I carabinieri della compagnia di Alcamo hanno ricostruito quanto successo la notte del 10 febbraio dello scorso anno nel piazzale della ditta Signorino in contrada Sasi. Il tutto grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza piazzati sull’autostrada Palermo Mazara del Vallo, alle diverse telecamere nel capoluogo siciliano, alle intercettazioni telefoniche e all’impianto satellitare montato nell’auto Kia Sorrento di Maurizio Andolina, uno dei quattro arrestati dai militari. Sono due le auto utilizzate per arrivare nel luogo dove è stato appiccato il rogo che ha provocato danni per oltre 30 mila euro. Una Fiat 500 rubata a Palermo in via Lascaris tra il 14 e il 16 gennaio del 2021; l’auto è stata poi trovata bruciata la notte del 10 febbraio non distante dal luogo dell’intimidazione. La seconda è la Kia Sorrento.
Le due auto sono state riprese in direzione di Alcamo dalle telecamere piazzate in autostrada. Attraverso il Gps installato dalla compagnia assicuratrice sulla Kia è stato possibile ricostruire il percorso. Grazie ai tabulati telefonici e poi le intercettazioni è emerso che Maurizio Andolina aveva frequenti contatti telefonici con David Gabriele, amministratore unico della G.T. Group srl, società che alla luce dell’ingresso nel mercato della Kortimed Sud srl, avrebbe subito un calo di fatturato. In un’intercettazione David Gabriele diceva a Maurizio Andolina: “questo lavoro della Kortimed ci siamo ammazzati, ammazzati perché? Che poi ci pugnala sempre“.
Conferme sulla ricostruzione fatta dai militari arrivano dopo il 3 maggio dello scorso anno. Quando Maurizio Andolina viene convocato in caserma dai carabinieri ad Alcamo. Da quel momento comprende che i militari potrebbero coinvolgerlo nella vicenda dell’incendio. Alla figlia infatti confida poco dopo in una telefonata “Pensa che dove sto andando, se quello che penso io, ci sono cinque anni di galera…. Minimo cinque anni di galera” e poi “sono andato per fare del bene e l’ho presa nel c,“. E poco dopo: “loro si sono incassati i soldi, lui si è tolto…..“. Maurizio Andolina e David Gabriele cercavano di trovare le contromisure. Per questo lo stesso giorno che si incontrano telefona a Sebastiano Vinciguerra, indagato per associazione mafiosa, che consiglia ad Andolina di riferire ai carabinieri di essere andato ad Alcamo perché aveva una relazione extraconiugale. In effetti Andolina dichiara ai iliutari che era andato a febbraio 4-5 volte ad Alcamo per incontrare una donna con la quale avrebbe intrattenuto una relazione extraconiugale.