Telecamere, potenziamento degli organici della polizia municipale e incentivi per le attività supplementari. Roberto Lagalla racconta la sua personale ricetta per far fronte al problema della sicurezza pubblica a Palermo. Il sindaco ha presentato questa mattina in Consiglio Comunale la relazione rispetto all’incontro avuto qualche giorno fa al Ministero dell’Interno. Un problema che, secondo il primo cittadino, va risolto nel medio-lungo periodo attraverso interventi sul piano economico-sociale, creando nuove strutture, e sul piano educativo, tramite la lotta alla dispersione scolastica.
“Affermo con convinzione che quest’Amministrazione non è né impreparata, né disattenta – ha dichiarato il sindaco in aula -. Si tratta di un fenomeno che va riportato alle sue dimensioni, senza che quest’ultimo venga sottovalutato o finisca nell’oblio. La risposta ai fenomeni criminali non si può valutare rispetto alla singola istituzione, ma delle relazioni fra i vari organi. Ognuno competente per le materie di sua pertinenza“. Lagalla ha poi dedicato un passaggio al tema della rigenerazione urbana, parlando dei lavori finanziati tramite i fondi ex Gescal e quelli del modello Caivano-bis su Borgo Nuovo. Non sono mancate le critiche dalle opposizioni. La capogruppo del M5S Concetta Amella ha parlato di “senso di insicurezza e impunità diffuso nei quartieri popolari“, mentre per Rosario Arcoleo del PD “il sindaco non vive la sua città“.
Il passato recente e gli interventi nel prossimo futuro
In apertura d’intervento, Roberto Lagalla ha raccontato l’attività della polizia municipale sul territorio. “La relazione dei vigili urbani sul tema del controllo del territorio ci dice che nel 2024, durante l’operazione “alto impatto”, sono stati controllati 238 esercizi commerciali nell’ambito del contrasto della malamovida. Mentre sono 60 le attività visionate in questo inizio di 2025. Quest’anno, sono state comminate 42 sanzioni e 21 chiusure coattive. Mentre sono state 118 le sanzioni e 45 chiusure coattive nel 2024“. Un piano che ha guardato anche al prossimo futuro, in particolare al potenziamento dei controlli nelle borgate marinare (Mondello, Sferracavallo e Vergine Maria) e sul centro storico. Poi il passaggio sull’ultimo comitato provinciale per l’ordine e sicurezza: “E’ stato promosso il controllo territoriale tramite due azioni – ha spiegato il sindaco -. Vigilanza statica interforze su piazza Caracciolo (Vucciria) e vigilanza dinamica sul centro storico che prende in considerazione tre percorsi disposti dal Questore“.
“E’ un problema di stampo nazionale”
L’esponente di punta di Palazzo delle Aquile ha poi esposto il nuovo bando per assumere 100 nuovi vigili urbani, ricorrendo preferenzialmente ai soggetti che hanno fatto concorsi pubblici e hanno superato i relativi esami. Poi passa in rassegna le risorse messe a disposizione dal Ministero dell’Interno, in particolare per potenziare i punti di videosorveglianza. Saranno infatti 400 le telecamere che dovrebbero essere installate entro fine anno. Strumenti per combattere un fenomeno che, secondo Roberto Lagalla, resta di stampo italiano. “Anci ha proposto un nuovo patto nazionale sulla sicurezza e sulla vivibilità dei cittadini italiani. Fatto che conferma la trasversalità del problema. Il Ministero degli Interni dovrebbe intervenire in maniera sistemica. Al riguardo, il ministro si è reso disponibile e si è posto alla ricerca di ulteriori risorse per garantire il rafforzamento dei piani straordinari“.
Critiche dalle opposizioni
A conclusione dell’intervento del sindaco, sono arrivati gli attacchi dalle opposizioni. “Ci dobbiamo rendere conto che Palermo è una città povera – dichiara Rosario Arcoleo, capogruppo del PD -. Questa città ha ricevuto tanti contributi dal Governo Nazionale. E molto opere non vedranno la luce. Fatto che porterà altra povertà territoriale ed allarme sociale. Il sindaco non vive il territorio. Non ho sentito una parola sull’emergenza Arenella. Si è parlato di telecamere. Nella relazione ha parlato solo di interventi a reato avvenuto. Ma come li preveniamo questi reati? Bisogna partire dalla povertà territoriale di questa città. Noi siamo stati sempre presenti e collaborativi. Abbiamo poco più di un anno e mezzo per completare questo mandato. Credo che il sindaco debba dare una spinta, un colpo di reni su questo problema. Questa città non è insalvabile, ma ci si deve impegnare. Bisogna vivere questa città. Ha bisogno che il primo cittadino capisce le sue esigenze. Altrimenti, quella classifica sul gradimento dei sindaci resterà invariata“.
“Guardando alla quotidiana gestione politica della città e di quest’aula, sembra che tutto giri attorno a un modo di fare politica basato sulla costruzione del clientelismo – dichiara in aula l’esponente di “Oso” Giulia Argiroffi -. L’attenzione che hanno alcuni consiglieri comunali di maggioranza è volta non a risolvere il problema o le sue manifestazioni, ma intervenire sul singolo episodio per costruire un gruppo di garantiti pacchetti di voti. Anche il falso problema posto dal decentramento dai presidenti di Circoscrizione, serve solo a creare altri centri di poteri. Il problema va risolto attraverso la trasparenza, oggi negata. Questa politica è la causa della situazione che viviamo oggi. Questa Amministrazione non ha nessuna intenzione ad andare alla radice delle criticità di questa città“.