Che succede, in queste ore alle falde dell’Etna? Come sanno i catanesi, dopo due mesi di discussioni – anche piuttosto accese – tra le segreterie dei partiti che si accingono a presentare le proprie candidature, i nodi sembrano essere (quasi) venuti al pettine.
Dopo la magra figura della mancata avventura di Emiliano Abramo -simbolo della comunità di Sant’Egidio etnea – alla guida del fronte progressista il nuovo candidato, l’economista Maurizio Caserta ha presentato ufficialmente la sua candidatura alla stampa.
Un nome, il suo, che sembra aver messo tutti d’accordo, nonostante tra le diverse anime che compongono il fronte di centro-sinistra alcuni lamentino la mancanza di dialogo, soprattutto all’interno del Partito Democratico.
Caserta, tuttavia, proprio per le doti personali e la caratura professionale sembra aver gettato acqua sul fuoco. O, piuttosto, si è messo a disposizione proprio per placare la confusione di una sinistra catanese decisamente poco coesa e uscita con le ossa rotte dall’ultima tornata elettorale (doppia, regionale e nazionale).
Passando dall’altro lato, anche nel centro-destra qualcosa sembra muoversi pur nel caos generale. Dopo la fuga in avanti di Valeria Sudano, candidata della Lega e compagna del vicepresidente della Regione, Luca Sammartino, Fratelli d’Italia starebbe per prendere una decisione sul nome da proporre agli alleati.
Secondo i rumors dell’ultima ora, rilanciati anche da altri quotidiani, proprio in queste ore starebbe prendendo corpo l’ipotesi di una candidatura a sindaco dell’onorevole Manlio Messina.
Una proposta che, se confermata, ribalterebbe gli scenari fino ad ora prospettati per la guida del capoluogo etneo. La fotografia interna a Fratelli d’Italia, infatti, vedeva una lotta intestina tra l’ex assessore cittadino allo Sport, Sergio Parisi, il cardiologo Pippo Arcidiacono (già con le grafiche dei 6×3 pronte) e l’ex assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza. Il primo, Parisi, pur essendo poco conosciuto a livello nazionale è espressione diretta dell’ex primo cittadino, Salvo Pogliese che ne ha caldeggiato fortemente la candidatura.
Razza, invece, rappresenta l’area musumeciana di Fratelli d’Italia, più “giovane” all’interno del partito ma molto radicata a livello regionale e, soprattutto, catanese. Non solo. Il nome di Razza, come ha dichiarato pubblicamente il presidente della Regione Raffaele Lombardo, troverebbe l’appoggio del Movimento per l’Autonomia, realtà ancora molto forte a Catania.
Con l’opzione Messina questo scenario sarebbe totalmente stravolto. Ma, soprattutto, si perderebbe l’attuale laccio di connessione tra il centro-destra etneo e la cabina di regia romana. Messina, infatti, dopo aver scalato le vette di FdI è oggi considerato tra i consiglieri più autorevoli di Giorgia Meloni. Un tassello fondamentale per portare le istanze cittadine tra i corridoi di Palazzo Chigi.
In secondo luogo, pur se lusinghiera per lo stesso deputato, l’incoronazione rappresenterebbe di fatto una retrocessione rispetto all’attuale posizione ricoperta nel gotha dei Fratelli d’Italia e di tutto il centro-destra.
Non solo. Che fine farebbe, in questo modo, il dialogo con il territorio e con le segreterie che, in questi mesi, hanno formulato ben altri nomi rispetto a quello dell’ex assessore regionale al Turismo?
Insomma, siamo sicuri che pur di dare uno scossone allo stallo attuale, in tal modo, i vertici meloniani non rischino di buttare il famoso bambino insieme all’acqua sporca? Restiamo a guardare.