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Antimafia: pubblicati i file top secret su Borsellino | VIDEO

martedì 16 Luglio 2019
Borsellino, Top Secret, via D'Amelio
© ilSicilia.it

La Commissione Parlamentare Antimafia ha declassificato gli atti secretati dalle inchieste parlamentari dal 1962 al 2001. E a pochi giorni dal 27° anniversario dalla strage di via D’Amelio, tra i primi file cui è stato tolto il segreto di Stato, le audizioni del giudice Paolo Borsellino.

Un “materiale di grande valenza storica – spiega il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra – . Un lavoro importante di tutta la Commissione, i suoi funzionari e gli archivisti”. Fondamentale anche la consulenza del pm Roberto Tartaglia, che ha rappresentato l’accusa nel processo sulla cosiddetta Trattativa Statto-mafia.

Il motore di ricerca del nuovo sito web con i file top secret declassificati, è consultabile QUI.

GLI AUDIO INEDITI (CLICCA QUI).

“Che senso ha essere accompagnato la mattina per poi essere libero di essere ucciso la sera?”. A domandarlo è proprio Borsellino davanti alla Commissione antimafia di allora, in un breve video proiettato oggi in Senato. Il magistrato lamenta di avere la scorta solo la mattina, per mancanza di autisti giudiziari; lamenta anche la mancanza di segretari e dattilografi “ne abbiamo bisogno per tutto l’arco della giornata”, spiega.

borsellino“Voglio sottolineare – dice Borsellino alla Commissione antimafia nel 1984la gravità dei problemi di natura pratica che ogni giorno dobbiamo affrontare. Con la gestione dei processi di mole incredibile, è diventato indispensabile l’uso di attrezzature più moderne, come i computer: il pc è finalmente arrivato ma non sarà operativo se non tra qualche tempo, ci sono problemi gravi di installazione, è stato messo in un camerino. Deve servire per la gestione dell’enorme processo che stiamo portando avanti. È indispensabile, c’è una mole di dati incredibile, il processo impegna ben 4 magistrati. Non bastano più le rubriche artigianali”.

“Quanto al personale – prosegue il magistrato – non si tratta solo di dattilografi e segretari di cui avremmo bisogno di aver garantita la presenza per tutta la giornata, non solo per la mattinata; ma mi riferisco anche agli autisti giudiziari: la mattina con strombazzamento di sirene la gran parte di noi viene accompagnata in ufficio dalle scorte ma il pomeriggio c’è una sola macchina blindata e io sistematicamente vado in ufficio con la mia auto per poi tornare a casa verso le 21-22”.

“La libertà la riacquisto – dice infine Borsellino rispondendo ad un esponente della Commissione – ma non vedo che senso ha perdere la libertà la mattina per essere libero di essere ucciso la sera“.

Salvatore Borsellino: “Ridateci l’Agenda rossa”

salvatore borsellino“È necessario che quella Agenda Rossa che è stata sottratta da mani di funzionari di uno Stato deviato e che giace negli archivi grondanti sangue di qualche inaccessibile palazzo di Stato e non certo nel covo di criminali mafiosi venga restituita alla Memoria collettiva, alla Verità e la Giustizia”. È un passo della lettera inviata da Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso in via D’Amelio il 19 luglio 1992, al presidente della commissione Antimafia Nicola Morra dopo che palazzo San Macuto a ha deciso di declassificare tutti gli atti secretati dalle inchieste parlamentari dal 1962 al 2001.

Il fratello del magistrato, che era stato invitato a Roma per l’evento oggi alle 14, ha deciso di non partecipare, inviando questa lettera: “Ora, a 27 anni di distanza – scrive – io non posso accettare che i pezzi di mio fratello, le parole che ha lasciate, i segreti di Stato che ancora pesano su quella strage vengano restituiti a me, ai suoi figli, all’Italia intera, ad uno ad uno. È necessario che ci venga restituito tutto, che vengano tolti i sigilli a tutti i vergognosi segreti di Stato ancora esistenti e non solo sulla strage di Via D’Amelio ma su tutte le stragi di stato che hanno marchiato a sangue il nostro Paese.

Ho riflettuto a lungo prima di decidere se accettare l’invito. Poi ho deciso di non sottrarre nemmeno un’ora a mia figlia che pur in attesa del suo primo figlio ha deciso di affrontare la fatica del volo per essere in questi giorni a Palermo, insieme a me, a lottare per la memoria di suo zio, Paolo Borsellino e dei cinque ragazzi uccisi insieme a lui, Claudio, Agostino, Emanuela, Vincenzo ed Eddie Walter che ancora, a ventisette anni di distanza, aspettano Giustizia e Verità sulla strage di Via D’Amelio nella quale è stata spezzata la loro vita”.

“Decine se non centinaia di persone – conclude – nei meandri e nelle segrete di questo Stato, ne sono certo, conoscono dove viene occultata questa Agenda, dove vengono occultate le ultime indagini, le ultime parole, gli ultimi pensieri di Paolo Borsellino. Soltanto quando un rappresentante di questo Stato che ha lasciato crescere nel suo ventre un mostro capace di intavolare con l’antiStato, con gli assassini di Giovanni Falcone, una scellerata trattativa e sull’altare di questa trattativa ha sacrificato la vita di Paolo Borsellino, si presenterà in ginocchio in Via D’Amelio a portare non ipocrite corone di alloro, simboli di morte, ma quell’Agenda Rossa, allora e soltanto allora potrò avere pace”.

 

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