L’ambito riconoscimento, che negli anni scorsi è stato destinato, fra gli altri, anche all’ex Procuratore di Trapani Alfredo Morvillo fratello di Francesca Morvillo anche lei magistrato e moglie di Giovanni Falcone uccisa nella strage di Capaci, è stato quest’anno assegnato a Giuseppe Antoci, ex Presidente del Parco dei Nebrodi e attuale Presidente Onorario della Fondazione Caponnetto con la seguente motivazione: “Per il tenace impegno e l’alto senso del dovere nel quotidiano contrasto alla criminalità organizzata in difesa della comunità civile e delle Istituzioni”.
Per anni capi mafia incassavano fraudolentemente Fondi Europei per l’Agricoltura. Milioni di euro in mano alle mafie che vessavano e intimidivano gli agricoltori onesti. Un meccanismo interrotto proprio da quel Protocollo che Giuseppe Antoci ha fortemente voluto e che oggi continua ad essere applicato in tutta Italia. Quello strumento, recepito nei tre cardini del Nuovo Codice Antimafia e votato in Parlamento il 27 settembre 2015, ha posto le basi per una normativa che consente a Magistratura e Forze dell’Ordine di porre argine ad una vicenda che durava da tanti anni. Oggi, tentano di aggirare la norma e vengono scoperti. Per tutto ciò l’ex Presidente del Parco dei Nebrodi, oggi Presidente Onorario della Fondazione Caponnetto, ha rischiato la vita in quel tragico attentato mafioso dal quale si è salvato grazie all’auto blindata e all’intervento della scorta della Polizia di Stato che quella notte, ingaggiando un terribile conflitto a fuoco, salvarono la vita al Presidente.
In questi mesi si sta celebrando il Maxiprocesso Nebrodi che nasce dall’operazione del 15 gennaio 2020 denominata “Nebrodi” con 94 arresti e il sequestro di 151 aziende agricole per mafia, una delle più vaste operazioni antimafia eseguite in Sicilia e la più imponente, sul versante dei Fondi Europei dell’Agricoltura in mano alle mafie, mai eseguita in Italia e all’Estero.
Il 15 luglio scorso le richieste di condanne per 1045 anni di carcere e 30 milioni di euro di confische. Pene durissime, quelle richieste dalla Procura della Repubblica di Messina guidata da Maurizio De Lucia, che seguono già un primo giudizio celebratosi al rito abbreviato con condanne elevatissime per alcuni imputati che, pensando di usufruire dello sconto di pena previsto appunto dal rito abbreviato, si sono visti infliggere anche 25 anni di carcere confermate poi in appello lo scorso mese. Adesso la richiesta di condanne per il rito ordinario per un Maxiprocesso celebratosi in tempi record con un grande lavoro svolto dal Tribunale presieduto da Ugo Scavuzzo.
“Sono onorato di ricevere questo riconoscimento – ha dichiarato Antoci. La Calabria è una terra bellissima e la ‘ndrangheta ruba sogni e speranze. Schieratevi – ha concluso Antoci.
Un lunghissimo applauso ha accompagnato la premiazione e tanti giovani e adulti si sono fermati con Antoci dimostrandogli vicinanza e affetto. Una bella pagina per una Calabria che reagisce schierandosi con chi lotta la mafia.