Bilancio, siccità e criminalità organizzata, su questo e altro al ilSicilia.it Giuseppe Antoci eurodeputato del M5S, componente della Commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni (Libe), in Commissione Sviluppo Regionale (Regi) e in Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale (Agri).
Il 16 luglio scorso è scattato il primo anno di impegno al Parlamento Europeo. Un bilancio di questi mesi?

“Questi primi dodici mesi sono stati segnati da una presenza costante e da un pieno impegno. Il vero bilancio da fare è quello del legame con i cittadini e con i territori. Per questo non ho mai smesso di incontrare scuole, università, associazioni. Ho voluto dimostrare che fare politica in Europa significa esserci, lavorare con serietà e portare la voce della Sicilia e dell’Italia dentro le decisioni. Non mi sono mai sottratto, nemmeno nei periodi più faticosi, perché credo che il compito di un rappresentante sia trasformare le istanze dei cittadini in atti concreti“.
Il bilancio 2025 dell’Unione europea prevede impegni per circa 199 miliardi di euro, con un rafforzamento di programmi strategici. Quali aspetti di questa ripartizione ritiene cruciali ma soprattutto necessari per l’Italia e, in particolare, per il Mezzogiorno?
“Il bilancio 2025 rafforza programmi strategici come Erasmus+, Orizzonte Europa, il sostegno a clima ed energia, migrazione e sicurezza. Per l’Italia e per il Mezzogiorno considero essenziali due aspetti. In primis la difesa dei fondi di coesione e della PAC, che sono la spina dorsale dello sviluppo agricolo e territoriale, e gli investimenti in infrastrutture idriche e digitali, senza i quali il Sud non può colmare il divario con il resto del Paese“.
“Detto questo, il vero nodo riguarda già il futuro quadro pluriennale 2028-2034 dell’Unione europea. La proposta avanzata dalla Commissione Ue rischia di cancellare la politica di coesione e di accorpare fondi storici come la PAC e il FESR in un unico strumento, sottraendo voce e autonomia ai territori. Per la Sicilia e per tutto il Sud sarebbe un colpo gravissimo“.
Riguardo la siccità, la Sicilia è stata ed è ancora sotto i riflettori per le criticità legate alle alte temperature e alla dispersione idrica. Quali potrebbero essere le soluzioni?
“La crisi idrica non può più essere affrontata come emergenza episodica, è ormai strutturale. La Sicilia ha pagato scelte sbagliate e una manutenzione ordinaria e straordinaria assente. Oggi servono interventi rapidi sulle reti, pulizia e utilizzo degli invasi, tecnologie per il riuso e il risparmio. A Bruxelles l’impegno deve spingere affinché l’acqua diventi priorità politica europea al pari dell’energia e della difesa, perché senza una gestione moderna e trasparente si rischia di compromettere definitivamente interi settori produttivi e la vita quotidiana delle famiglie“.
Il modello italiano della lotta alla criminalità organizzata ha una caratteristica unica, che è quella della lotta reale. C’è altro da fare? Basta per eliminare una piaga come questa?
“Il modello italiano è unico perché prevede il reato di associazione mafiosa e strumenti come il sequestro e la confisca dei beni, che hanno colpito le mafie al cuore, oltre al carcere duro. Ma oggi la sfida è europea. Le organizzazioni criminali si muovono senza confini, sfruttano criptovalute, la tecnologia avanzata e cercano di accaparrarsi i fondi Ue. Per questo l’impegno a Bruxelles è fondamentale per far sì che queste norme diventino patrimonio comune dell’Unione, rafforzando la nuova strategia europea di sicurezza interna e il coordinamento tra Europol, Eurojust, EPPO e AMLA“.
“Il convegno di Messina rappresenta un appuntamento di altissimo rilievo internazionale. Discutere di lotta alla criminalità organizzata transnazionale a Messina, città simbolo anche per la nascita dell’Europa, è un’occasione unica. Da qui vogliamo ripartire con rinnovato vigore per rafforzare questa battaglia comune“.
Qual è il futuro del M5s in Sicilia? Quale è la sua visione?
“Il Movimento 5 Stelle in Sicilia è già un punto di riferimento per quei cittadini che credono nella legalità, nella tutela dell’ambiente e nel diritto a un futuro più giusto per tutti. Tutto ciò va rafforzato ancora, e oggi, più che mai, c’è la necessità di trasformare il consenso in azione concreta, soprattutto, sui temi che contano davvero come lo sviluppo economico, la giustizia sociale e la solidarietà“.
“Il Movimento ha dimostrato di essere forza politica lungimirante e portatrice di proposte autorevoli. Lo ha fatto al Governo e continuerà a farlo, senza indugi, anche in Sicilia“.