Applicata oggi la misura cautelare degli arresti domiciliari per Sebastiano Alesci, indagato ad Agrigento nell’indagine della squadra mobile, coordinata dalla procura diretta da Giovanni Di Leo, degli appalti per il rifacimento della rete idrica nella città dei Templi. In precedenza erano state applicate misure cautelari nei confronti di appartenenti alla famiglia di imprenditori Caramazza di Favara, per i reati di corruzione propria ed altro. Per Alesci la procura aveva chiesto la custodia in carcere. Tra gli indagati, una dozzina, c’è anche il deputato regionale Roberto Di Mauro, fino a un mese fa assessore all’Energia del governo Schifani.
L’indagine dura da circa un anno ed è ancora in corso. La procura, in una nota, stigmatizza “alcune prese di posizione pubbliche su una indagine ancora in corso” da chi “non è pienamente a conoscenza dei fatti. Indagini della complessità di quella in esame non possono essere contenute nei termini indicati dal legislatore per le intercettazioni, con una recente modifica del Codice di procedura penale che ha lasciato comunque al pm e al giudice di valutare l’emergenza di elementi che impongano nel caso concreto la prosecuzione dell’attività”.
“Le intercettazioni – afferma il procuratore capo Di Leo -restano uno strumento indispensabile per l’accertamento di reati a concorso necessario, dove non è pensabile che il corrotto o il corruttore si presenti spontaneamente a denunziare i fatti che lo coinvolgono, o che un terzo possa venirne a conoscenza e riferire alla autorità giudiziaria o di polizia. L’obbligo dell’ufficio requirente o della polizia giudiziaria di reprimere i fenomeni è ulteriormente reso più gravoso dalla intervenuta abolizione di un reato-spia, come l’abuso d’ufficio, che spesso permetteva di avviare indagini più complesse”