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Classe 1959, palermitano, una laurea in chimica. Dal 4 marzo, Vincenzo Infantino è il nuovo direttore generale dell’Arpa, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sicilia.
L’incarico arriva dopo l’addio, burrascoso, del predecessore Carmelo Vazzana la cui vicenda era finita in tribunale. A febbraio dello scorso anno, una sentenza del Giudice del Lavoro aveva infatti dichiarato illegittima la nomina del direttore generale annullando così l’atto con cui l’ex assessore all’Ambiente Maurizio Croce gli aveva affidato l’incarico nel 2017.
Da qui la necessità di una nuova guida dell’Arpa. Dopo una selezione pubblica a cui hanno partecipato 22 candidati, la scelta dell’attuale assessore al Territorio Toto Cordaro è ricaduta dunque su Vincenzo Infantino.
Una figura selezionata all’interno dell’Agenzia considerato il fatto che, dal 2004 Infantino ha ricoperto diversi ruoli all’Arpa di cui è direttore tecnico dal 2018.
Superamento delle criticità della struttura, potenziamento dei laboratori, trasparenza, nuove assunzioni e un rinnovato dialogo con le istituzioni pubbliche e i cittadini. Queste, alcune delle sfide sul tavolo del neo direttore generale che si è anche soffermato sul caso al centro delle cronache di questi giorni: le eruzioni dell’Etna e la preoccupazioni di migliaia di abitanti etnei rispetto alla qualità dell’aria e ai potenziali rischi dovuti all’accumulo di cenere.
Oltre ai progetti già avviati come il Nose, un’app che permette ai cittadini di segnalare cattivi odori che registrano in un determinato territorio, si lavorerà ancora di più al potenziamento del sistema di controllo e monitoraggio.
Il ruolo fondamentale dell’Arpa è quello di osservare quei fattori che mettono a rischio l’ambiente dando supporto tecnico scientifico a enti pubblici e privati.
I report e i dati forniti dall’Agenzia su temi centrali come rifiuti, inquinamento, qualità dell’aria e delle acque possono infatti incidere significativamente sull’attività di Comuni e imprese, influendo sulla pianificazione sulle politiche ambientali delle singole amministrazioni pubbliche e sui piani industriali dei privati.
Per Infantino, tra le criticità più dure da affrontare in Sicilia, c’è sicuramente quella legata ai depuratori. “Siamo indietro nella materia, gli impianti dei piccoli comuni vanno aggiornati e ripensati”.
Prevista poi, spiega il direttore, la realizzazione di “un nuovo settore per la ricerca e l’innovazione affinché l’agenzia sia sempre più attrattiva per i giovani che, ad oggi, sono costretti ad andare all’estero. Serviranno alta formazione, trasferimento tecnologico per anticipare le norme e aggiornarsi”.
Infine, sarà importante ridefinire i rapporti con il mondo imprenditoriale. Per Infantino, si tratta di “un mondo critico perché l’Arpa al tempo stesso svolge funzioni di controllo e supporto aggiornamento aziendale. Un dualismo complesso che necessita di più equilibrio”.