L‘Assemblea regionale siciliana, presieduta da Gianfranco Miccichè, ha ripreso i lavori d’aula dopo una sospensione che ha testimoniato da subito le problematiche che riguardano due proposte di legge incardinate all’ordine del giorno di Sala d’Ercole.
Cominciando dal ddl Rifiuti, sul quale la discussione è stata rimandata a data da destinarsi, considerati i 1.400 emendamenti presentati, di cui 70 della maggioranza ed il resto delle opposizioni, che vanno fascicolati ed esaminati.
Ma la strada è tutta in salita anche per il disegno di legge sull’Edilizia che è stato frutto di un iter abbastanza difficile, e sul quale Miccichè ha ritenuto opportuno proporre un rinvio non formale in Commissione, ai fini di una maggiore semplificazione di un testo tecnicamente complesso, per velocizzare i lavori d’aula, evitando di tardare l’approvazione di una riforma importante per i siciliani che chiedono procedure snelle e rapide.
“Guardando il testo della legge, avrei chiesto alla presidenza della Commissione di riportarlo in commissione perché su alcuni articoli sono stati presentati circa 100 emendamenti tremendamente tecnici e si creano delle situazioni che gestirle in aula diventa complicato. Dovrei avere accanto un esperto per ogni emendamento, per capire se è una cosa fattibile o non fattibile. E i lavori in aula non possiamo fermarli”, così ha detto il presidente dell’Ars, dopo che anche la presidente della IV Commissione, Giusy Savarino, aveva espresso la necessità di trovare una sintesi rispetto ai tantissimi emendamenti, alcuni molto tecnici, presentati al testo.
Ma il punto centrale rimane quello dei ‘condoni’ contenuti in due articoli che non si trovano nel testo base (erano stati stralciati prima della finanziaria) ma che sono previsti nel fascicolo come emendamenti. Su queste norme in aula M5s e Pd, con Giampiero Trizzino ed Anthony Barbagallo, si sono detti “assolutamente contrari”.
La scelta di Miccichè di rinviare il testo in commissione per coordinare meglio le norme “trattandosi di una legge importante ma difficile dal punto di vista tecnico” ha evitato, probabilmente, la bagarre in aula.
Incalza il M5S “Ho paura che la Corte Costituzionale possa ancora cassare oltre quelle già fatte sulla legge urbanistica. Quindi da un lato il gruppo parlamentare insiste nel continuare il dibattito in aula al netto di quegli articoli stralciati a suo tempo dalla commissione ambiente”, ha detto Giampiero Trizzino.
Il deputato grillino ha rammentato gli articoli 12 e 20 che contemplano rispettivamente un condono edilizio ordinario ( con l’istituto della sanatoria giurisprudenziale), e un condono edilizio straordinario, e cioè l’estensione del “terzo condono edilizio del 2003”, di matrice berlusconiana, agli immobili che insistono su aree gravate da vincolo di inedificabilità relativa, “temi delicati e controversi sui quali l’aula ha bisogno di fare delle riflessioni”, ha aggiunto Trizzino, ipotizzando di stralciare il ddl così come è stato stabilito a suo tempo a settembre, oppure rivedere gli articoli sui quali sarebbe difficile deliberare.
Alle osservazioni delle opposizioni rispetto alle norme più contestate (quelle sui condoni), l’assessore all’Ambiente, Toto Cordaro, ha risposto a tono: “Il governo non è disposto ad accettare lezioni su temi sui quali siamo disposti a confrontarci senza temere nulla” perché “non dobbiamo portare a casa nulla di personale”, accettando, comunque, di dare seguito alla richiesta di rinvio informale da parte del presidente Miccichè.
E alle minoranze che hanno ricordato che le norme sui “condoni” non fanno parte del testo ed erano state stralciate dalla presidenza, Miccichè ha replicato: “La Presidenza stralcia le norme o perché le ritiene illegittime o per velocizzare i lavori quando si tratta di questioni complicate, nel caso del ddl edilizia lo stralcio non è stato fatto per illegittimità di quelle norme”.
Intanto, la seduta parlamentare è stata rinviata a domani alle ore 16.