Siccità, catastrofi naturali, incendi, e problematiche relative al bestiame. Troppe le criticità che hanno investito e stanno investendo la nostra Isola nell’ultimo anno. La Sicilia si è trovata ad essere protagonista di importanti spinosità.
Dopo mesi di preoccupazione e mancata proroga arriva la risposta definitiva, le aziende agricole siciliane potranno accedere ai contributi regionali o ricevere dagli Enti le liquidazioni attese anche non in presenza di un Durc in regola fino al 30 giugno 2025. La tanto attesa notizia è arrivata ieri 11 marzo da Palermo ed è il risultato ottenuto grazie ad un emendamento presentato da Ignazio Abbate in Parlamento e approvato nella seduta di ieri.
“Le aziende potranno lavorare ed essere pagate regolarmente e potranno accedere alle varie misure pensate dalla Regione per fronteggiare la crisi agricola che stiamo vivendo. Ringrazio tutti i colleghi onorevoli per aver compreso l’importanza di questa misura e naturalmente il Governatore Schifani, con il quale già dall’anno scorso abbiamo affrontato l’argomento“, commenta Ignazio Abbate.
A luglio dello scorso anno, grazie ad un emendamento presentato proprio dal deputato regionale della Dc, si era dato il via ad una serie di misure pensate dal governo Schifani per fronteggiare la crisi agricola. Aiuti che sono stati indirizzati anche a quelle aziende con un Durc non in regola, ovvero coloro che non avendo ottemperato ai propri obblighi, non hanno potuto ricevere gli aiuti economici né prendere affidamenti pubblici.
La Regione Siciliana, quindi, si è fatta carico di queste problematiche, mettendo in ballo finanziamenti in aiuto per questo settore. Indennizzi che in prima battuta sono stati assicurati fino al 31 ottobre e poi prorogati al 31 dicembre. Per i due mesi successivi, invece (clicca qui) questi decreti sono stati in fase di elaborazione a causa di una mancata proroga, cosa che ha fatto preoccupare parecchio le aziende.
Abbiamo visto come la Btv (clicca qui), malattia della lingua blu o febbre catarrale degli ovini, è una delle tante criticità che ha investito il comparto zootecnico e non solo e che ha tenuto in apprensione cittadini e agricoltori. Per la prima volta, infatti, la Regione è accanto alle aziende zootecniche che con l’aiuto delle Asp siciliane aveva inserito questa norma nel maxi emendamento del Governo alla variazione di bilancio. Stanziamenti pari a 7 milioni di euro come indennizzo per l’abbattimento o il decesso di animali colpiti da blue tongue, brucellosi e tubercolosi.
Dall’altra parte era stata massiccia l’adesione all’avviso regionale per gli interventi di contrasto alla siccità, emanato dall’allora commissario delegato all’emergenza idrica per l’agricoltura, Dario Cartabellotta, con oltre 3200 le istanze presentate per ottenere i contributi a fondo perduto, domande inviate dai singoli agricoltori, interventi per la crisi idrica, con pozzi trivellati (clicca qui), laghetti, pompe sommerse e gli impianti di irrigazione, nell’attesa di ricevere i singoli decreti necessari per poter chiedere le autorizzazioni al Genio civile al fine di iniziare i lavori di trivellazione.
Grazie a questa ulteriore proroga, anche le aziende agricole che non abbiano ottemperato agli obblighi contributivi a causa di un persistente stato di crisi economica dovuto a cause esterne, potranno accedere ai contributi stanziati dal Governo Regionale per combattere proprio la crisi del comparto.
“Questa misura ha interrotto un evidente circolo vizioso che si era creato”.
Disco verde, quindi, per continuare ad aiutare chi si trova in difficoltà, con l’emanazione dei decreti e principalmente l’aiuto diretto, quindi il pagamento degli aiuti per oltre il 70% delle aziende agricole che si trovano ad oggi a non avere in regola i contributi previdenziali. La grave crisi affrontata dalla Sicilia ha portato le aziende a non poter pagare.
Il tutto al fine di razionalizzare le procedure di rendicontazione finanziaria tuttora pendenti e “di non vanificare gli investimenti effettuati e le attività svolte e di consentire in condizioni di certezza la ripresa delle attività produttive, gli enti pubblici e le imprese, anche individuali, destinatari di contributi pubblici a qualsiasi titolo, compresi quelli di derivazione europea”, aziende che non hanno potuto completare i lavori o svolgere le attività indicate nei provvedimenti di concessione dei suddetti contributi “per cause di natura oggettiva loro non imputabili, hanno diritto a mantenere i contributi ricevuti in proporzione alla quantità dei lavori realizzati e delle attività compiute, previa verifica dell’autonomia funzionale dell’opera e della parziale realizzazione dell’interesse pubblico sotteso all’erogazione finanziaria”.
Consorzi di Garanzia Fidi
Un’altra importante novità in tema di liquidità per le aziende riguarda un altro emendamento presentato da Abbate in materia di consorzi fidi. In particolare è stata approvata la modifica all’articolo 5 della L.R. del 21 settembre 2005. Per i confidi iscritti agli elenchi o agli albi è sufficiente il rispetto di uno solo dei parametri richiesti, rendendo in questo modo più ampia la platea di ditte beneficiare dell’accesso al credito.
“Parliamo di un altro provvedimento fondamentale scaturito dopo diversi incontri con le parti coinvolte. I piccoli consorzi fidi che danno accesso al credito a imprese agricole, artigiane, commerciali rappresentano la base su cui si fonda una grande fetta della nostra economia. Permettere loro maggiori possibilità di accesso al credito significa dare una boccata di ossigeno a tutta l’economia siciliana”.