L’Assemblea Regionale Siciliana impantanata sul voto dei collegati alla legge di bilancio. Un voto che procede a rilento a causa dell’ostruzionismo dell’opposizione e le difficoltà di una maggioranza non “quadrata”. Durante la discussione a Sala D’Ercole, non erano presenti, i deputati dell’Udc, per un evento di Partito a Roma.
Dopo il voto sul ‘collegato’ del Governo sono arrivati in Aula i due “mini-collegati” della prima commissione all’Ars, che tratta di autonomie locali, precariato e partecipate.
Il presidente Nello Musumeci è intervenuto più volte per ribadire, in riferimento alla norma sui dirigenti esterni, l’esigenza di garantire continuità per certi servizi regionali.
Proprio un deputato regionale dell’Unione di centro, Vincenzo Figuccia, tecnicamente in asse con la maggioranza lancia bordate al Governo criticandone l’operato sulla Finanziaria: “In una fase storica come questa, da parlamentare, mi piacerebbe poter esprimere il mio voto ad una finanziaria in funzione degli impatti che quel documento economico-contabile così atteso, può o meno avere su un’idea di rilancio del tessuto economico di questa terra”.
“Mi piacerebbe insomma, poter valutare uno strumento come quello che si sta per votare, attraverso la sua capacità di diminuire la disoccupazione, rilanciare l’attività della piccola e media impresa, intervenire sul prodotto interno lordo, ridurre il numero dei ragazzi che vanno via, fronteggiare il tema della disoccupazione di quarantenni e di cinquantenni che rischiano di non entrare più nel mercato del lavoro e non in funzione di un emendamento che può portare alcune migliaia di euro ad una iniziativa o ad una manifestazione che intervengono su uno spaccato troppo piccolo della misera politica politicante”.
“La forma che ha assunto questa manovra, infatti, è pari ad una sommatoria di emendamenti e di articoli raggruppati in collegati che di fatto, altro non sono che micro risposte a interessi troppo piccoli. Impera la logica dello short-term col quale ci si affanna a raccogliere frutti acerbi, distruggendo ogni possibilità di programmazione e di sostenibilità“, .
“Serve – esorta Figuccia – una politica illuminata che guardi non al domani, non alla costruzione del consenso, ma ad una prospettiva dei prossimi 5-10 anni che dovrebbe misurarsi su altro. Su questo dovremmo verificare la presenza di una maggioranza e non su azioni di piccolo cabotaggio di cui francamente ai siciliani interessa poco. Tale è la ragione per cui ritengo che in questa partita non ci sarò e mi asterrò dal voto in aula. Un’aula impantanata in logiche che non mi piacciono e che vorrei veder volare sulle ali di una prospettiva nuova, capace davvero di cambiare e offrire speranza a questa nostra terra”.
Al Presidente Musumeci – conclude – voglio chiedere quindi di lavorare alla riorganizzazione di una prospettiva nuova, capace di garantire una maggioranza, la stessa che ha redatto un programma che oggi rischia di frantumarsi se la linea del governo non sarà chiara e se non risulterà altresì evidente al popolo che l’ha sostenuta, l’orizzonte che s’intende seguire. Al di là delle mance”.