Il Figuccia-pensiero piomba sul parlamento siciliano dove oggi si riparte dalle commissioni legislative da insediare, con un quadro ancora non del tutto definito su cui pesano ancora fibrillazioni latenti, mal di pancia e riposizionamenti di chi non vuol rimanere indietro nella prima definizione degli assetti del parlamento siciliano e delle singole postazioni.
Ieri Vincenzo Figuccia, l’assessore regionale ai Rifiuti (Udc) che la lasciato quest’estate Forza Italia in scontro aperto con Miccichè, ha rivolto un duro commento su quest’ultimo: “La maggioranza ha sbagliato a votare Miccichè. Si dà un’immagine che offende chi non può mangiare”. E ha poi proseguito: “La realtà è che probabilmente questa maggioranza ha sbagliato a votare Miccichè e avrebbe potuto fare scelte più coraggiose esprimendo un Presidente dell’Ars di maggiore discontinuità. Non mi piace l’immagine che si sta dando all’esterno. La considero offensiva per tanti che non possono mangiare, licenziati, inoccupati, giovani, meno giovani e soggetti appartenenti a varie categorie che guardano a questo governo con speranza e che aspettano segnali nella direzione del cambiamento, dello sviluppo e del sostegno a chi soffre”.
Imbarazzo, silenzi (di Miccichè) e qualche presa di posizione, tra cui Scoma, vicecommissario di FI in Sicilia, ma il problema non sarà derubricato a sfogo natalizio con facilità da Forza Italia.
Per quanto riguarda invece gli equilibri d’aula, non manca inoltre nella maggioranza chi, in punta di piedi e, magari a bassa voce, auspica che Musumeci dia uno sguardo d’insieme al quadro che si va a delineare. Lo stesso governatore siciliano ha più volte chiarito che non intende ingerire sulle scelte dell’Aula, ma, al tempo stesso, c’è chi confida in una proiezione più generale degli equilibri con il governo.
Le commissioni Affari istituzionali, Bilancio, Ambiente e Sanità, in particolare rimangono le partite più complicate.
Dagli equilibri di bilancio alle ex Province, al riordino della governance dei rifiuti, tanto per citare alcuni esempi. In questo contesto c’è chi ritiene per esempio, che queste quattro commissioni debbano essere affidate a uomini della maggioranza, e chi invece è dell’avviso che la presidenza della commissione Ambiente possa andare invece al Pd che manderebbe a quel punto Luca Sammartino.
Anche nel centrodestra occorre fare chiarezza.
La nascita del gruppo misto a cui hanno aderito, smarcandosi da ordini di scuderia precisi e volendo mani libere, sia Cateno De Luca, eletto nell’Udc, che Tony Rizzotto, deputato leghista eletto con Fratelli d’Italia Noi con Salvini, con 4mila voti di preferenza non depone benissimo.
Forza Italia chiede tre presidenze. Se per Pellegrino, e Ragusa, (prima e terza commissione, Affari istituzionali e Attività produttive), le insidie appaiono contenute, più complessa è la situazione per la presidenza della commissione Bilancio su cui #diventeràbellissima non vuol fare marcia indietro con Giusy Savarino, e sulla commissione sull’esame delle attività dell’Unione europea. A correre, in questo caso, dovrebbe essere la siracusana Rossana Cannata, ma il percorso appare più disagevole. Sono solo due infatti i forzisti in commissione e la pattuglia ‘grillina’, in quel caso, potrebbe prevalere, tentando il blitz per una presidenza che potrebbe essere a portata di mano.
Si profila per Marianna Caronia un ritorno nelle commissioni legislative (Ambiente e Lavoro) di cui è stata componente nella legislatura 2008-2012.
Una presidenza di commissione (Sanità?) potrebbe andare all’Udc con Margherita La Rocca Ruvolo.
Tutto in alto mare ancora nel Pd. Lo snodo principale, ancora una volta è dato dalla commissione Bilancio. Il partito Democratico avrà dodici postazioni nelle sei commissioni legislative e undici deputati. Toccherà a uno dei dem essere nominato in due commissioni. Componente uscente delle commissione è Sammartino che aspira al bis, mentre chi punta a entrarvi è anche Antonello Cracolici. Una terza via, potrebbe essere anche Gucciardi. In ogni caso quello che viene chiesto a Lupo, capogruppo della riunificazione da cercare tra gli undici deputati, è di andare oltre il gruppo di quelli che lo hanno eletto a maggioranza. Il criterio numerico, in sé rispettabile e compiuto, potrebbe essere foriero di più esplosive fibrillazioni. Compresa la paventata nascita di un nuovo gruppo di area.
Domani invece il presidente della Regione Nello Musumeci incontrerà la stampa a Palazzo d’Orleans per il tradizionale scambio di auguri di fine d’anno. Sarà l’occasione per il governatore siciliano per fare il punto sullo scorcio iniziale dell’esperienza di governo dopo il primo mese dall’insediamento.
Domani e giovedì prossimo torna a riunirsi la giunta di governo regionale. All’ordine del giorno, tra le altre cose, gli adempimenti di fine anno dell’esecutivo. Tra questi, in particolare, alcuni interventi per enti e associazioni che operano nel settore sociale, nel mondo culturale e nel turismo, ma anche interventi sulla rete ospedaliera. Il vicepresidente della Regione Gaetano Armao relazionerà invece in giunta su Agenda digitale, facendo il punto sulla situazione.