PALERMO – Vincenzo Florio, promotore a vario titolo della cultura siciliana, è protagonista della mostra “Alla Scoperta di Vincenzo Florio Pittore del ‘900“, allestita nella Palazzina Quattro Pizzi (Tonnara Florio), da Casa Florio, l’associazione culturale fondata dagli eredi Chico e Ana Paula Paladino Florio che si inaugurerà l’8 aprile (ore 11).
La mostra racconta attraverso una selezione di circa 70 opere, la maggior parte delle quali inedite, una delle passioni di Vincenzo Florio, quella per l’arte figurativa, espressa con diversi mezzi.
La produzione, di una vita, conta oltre 250 opere tra oli, acquarelli, tempere e disegni autografi. Iniziata nei primi anni del Novecento, attraversando le maggiori correnti artistiche di inizio secolo, dal cubismo al futurismo, per giungere agli anni ‘50, è caratterizzata da una serie di ritratti caricaturali dove è riflesso il taglio umoristico e satirico della personalità di Vincenzo Florio in qualità di artista.
“Il nostro obiettivo – spiega Chico Paladino Florio – è quello di compiere un lavoro di riordino e di valorizzazione degli archivi di famiglia, ripercorrendo una delle grandi storie dinastiche imprenditoriali del vecchio continente, quella dei Florio, che seppe portare Palermo e la Sicilia in una dimensione finalmente moderna e internazionale”.
Brani storici, episodi di vita, alcuni scorci dell’abitazione di Roma, e ancora la Targa Florio a cui è dedicata una sezione dell’esposizione, una galleria di ritratti di personaggi conosciuti rimasti impressi nella sua memoria per un dettaglio o un aspetto buffo: questi sono i temi su cui l’artista indugia, dipingendo ed esaltando gli elementi più insoliti, sottolineati con grande ironia.
La selezione mette in evidenza il Vincenzo Florio più noto, con la sua rete di relazioni e gli impegni mondani che il suo status gli imponeva, in contrasto con l’uomo privato, con i suoi affetti, i suoi pensieri intimi, divertente e a volte caustico nelle sue riflessioni, e la sua quotidianità; racconta, altresì, le frequentazioni mondane dalle quali attingeva il materiale per la sua satira.
Come nella vita, Vincenzo Florio amava sperimentare anche in pittura: le opere comprendono semplici schizzi, con linee e cromie essenziali con le quali fissa l’immagine, ma anche composizioni più complesse che mostrano la curiosità dell’artista nell’esplorare stili a lui contemporanei.
La mostra, curata da Daniela Brignone e Vincenzo Prestigiacomo, sarà visitabile fino al 23 settembre (dal sabato al lunedì, dalle ore 09.30 alle 13.30) ed è inserita nel programma di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018.