L’Asp di Palermo è stata condannata dal giudice della sezione lavoro del tribunale di Palermo a risarcire un dipendente con 300 mila euro per i danni provocati dall’azienda per i mancati introiti nel trattamento pensionistico.
Tutto inizia nel 1994 quando l’impiegato ha presentato una domanda anticipata di collocamento a riposo. Poco dopo l’impiegato ci ripensava e annullava la richiesta. L’ex Usl di Palermo, adesso Asp, revocata l’istanza di revoca delle dimissioni. Da quel momento è iniziata una lunga battaglia legale davanti al Tar, alla Corte dei Conti e infine alla sezione lavoro.
Assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Daniele Piazza ha ottenuto i vari risarcimenti. In un primo momento l’Asp ha corrisposto le differenze retributive ed il trattamento di fine rapporto, mentre nessuna somma veniva liquidata a titolo di trattamento pensionistico.
Il dipendente alla luce del procedimento ha dimostrato che l’impiegato aveva diritto ad un trattamento pensionistico superiore rispetto a quello percepito, se fosse stato riconosciuto il proseguimento del servizio fino al 65° anno di età ed in ragione della maggiore retribuzione spettante. Il giudice condividendo quanto disposto dal consulente tecnico ha condannato l’Asp a risarcire il pensionato.