Assistenza protesica in Sicilia, parte dal dottor Salvatore Ferranti tecnico ortopedico e presidente dell’ordine degli ortopedici di Sicilia, la sollecitazione alla risoluzione di una problematica che da tempo complica l’assistenza dei pazienti disabili.
Il problema principale sembra essere la mancata applicazione del nuovo nomenclatore introdotto dal D.P.C.M. del 12 gennaio 2017, un provvedimento che al suo interno prevede nuove prassi ed elenchi di nuovi dispositivi, ovvero ausili orto protesici che il Servizio Sanitario Nazionale deve garantire ai cittadini aventi diritto. All’interno è previsto inoltre un sistema di accredito di tutti gli specialisti, elevando così lo standard a tutela del paziente.
LA PROBLEMATICA
L’attuazione pratica delle disposizioni emanate nel DPCM del 12 gennaio 2017 sembrano tardare ad arrivare da parte del governo della Regione Siciliana, lasciando perplessità e dubbi sulla qualità del servizio che viene offerto ai pazienti. Oltretutto, per tutto il territorio della regione Sicilia non esiste un unico iter burocratico per questo tipo di assistenza, ma diversamente ogni ASP applica la propria procedura. Sono questi i principali ostacoli lamentati dai pazienti ma soprattutto dagli specialisti del settore.
“Non avendo la Regione Siciliana emanato le linee guida legate agli iter burocratici- spiega Salvatore Ferranti- ogni Asp applica liberamente una procedura diversa. Non abbiamo così un’unica procedura, ma l’iter cambia secondo la provincia in cui si fa la richiesta, cosa che non accade in altre regioni d’Italia. – continua Ferranti- Inoltre, il nomenclatore attualmente in uso risulta datato, con evidenti componenti non tecnologiche a scapito del paziente. Tutti i dispositivi nuovi ad alto contenuto tecnologico sono scartati, il governo della Regione Siciliana deve decidere cosa fare”.
Da anni vengono condotti diversi incontri e tavoli tecnici, finalizzati al raggiungimento di una disciplina regionale certa ed uniforme, soprattutto promuovendo l’attuazione definitiva del provvedimento di prima applicazione dei nuovi Lea di assistenza protesica, senza alcun esito positivo.
“Siamo stati convocati negli ultimi 4 anni circa 8 volte- continua- senza che vi sia stato un reale interesse al raggiungimento dell’obiettivo finale. Considerati i numerosi appelli e tenuto conto delle discriminazioni che l’attuale sistema genera, a scapito non solo dell’utenza, costretta a rivolgersi sempre più spesso ai Tribunali per tutelare i propri diritti fondamentali; ma altresì dell’intero comparto, professionale ed aziendale, preposto all’erogazione di queste prestazioni sanitarie”.
Tutti i soggetti coinvolti a vario titolo, come: utenti, associazioni, famiglie e aziende orto protesiche, visto il continuo silenzio della Regione Siciliana e degli organi di competenza, intendono ricorrere all’autorità giudiziaria per denunciare i danni personalmente subiti da questa mancata riforma, sottolineando inoltre alla Procura regionale della Corte dei Conti il presunto danno erariale che ne è conseguito. Attuando la normativa e creando un’unica direttiva da seguire per tutte le aziende sanitarie provinciali si tutelerebbe in primo luogo il paziente e snellirebbe di gran lunga l’iter da seguire per tale servizio di assistenza e soprattutto si riuscirebbe ad abbattere i costi elevati, attraverso gare d’appalto o accordi quadro con le aziende partner accreditate, alleggerendo così il sistema sanitario da una spesa ingiustificabilmente consistente.