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La situazione

Ast vuole uscire dalla zona grigia: i nodi del Piano industriale e dell’affidamento in house

lunedì 25 Dicembre 2023

Il 2024 sarà l’anno delle gare per il trasporto pubblico locale. In ballo ci sono 62 milioni di chilometri di percorrenza previsti dalla Regione. I tempi stringono ma è ancora difficile comprendere il ruolo che in tal senso ricoprirà l’Ast. Dopo un rocambolesco 2023, con l’azzeramento del vecchio Cda e le nomine del nuovo presidente e l’individuazione dei nuovi amministratori, l’azienda sembrerebbe pronta a rinascere dalle proprie ceneri ma tante sono ancora le carte che mancano sul tavolo. 

Un primo passo in avanti è stato compiuto. La società partecipata ha già adottato i bilanci 20-21 e 20-22, registrando perdite sempre più contenute: 13,7 milioni di euro nel 2021 e 1,8 milioni per il 2022. Una continuità che, secondo previsioni, sembra potersi confermare anche per l’anno vigente con un bilancio in equilibrio. Una visione incoraggiante considerando gli anni in continuo rosso (clicca qui). Attualmente, rinvio dopo rinvio, l’azienda è ancora in attesa dell’approvazione da parte del socio unico, la Regione Siciliana. Ma non solo. A pesare continua a essere la mancanza di un piano industriale.

La strada si è ulteriormente inclinata. La notizia di una norma ad hoc all’interno della Finanziaria era stata accolta con grande favore. Nelle casse dell’Ast sarebbero dovuti entrare 20 milioni (metà stanziati nel 2024 e la restante parte nel biennio successivo), con la condizione di approvare prima il piano industriale. Tutto sembrava pronto per la ricapitalizzazione della società tranne poi sfumare con lo stralcio dell’articolo, mandando in fumo la visione più solida del futuro che si stava delineando.

Abbiamo invitato il Governo a tornare sui suoi passi e sollecitato l’assessore Falcone per rimettere in gioco quei 20 milioni, ricordando che Ast è creditrice nei confronti della Regione per una partita economica già certificata. La dimostrazione che l’azienda può stare in equilibrio c’è ma il piano industriale è fortemente condizionato da quella provvista economica che era stata predisposto nella Finanziaria e che ora è saltata“. A esternare tutte le preoccupazioni è Dionisio Giordano, segretario generale Fit Cisl Sicilia che ha sottolinea l’importanza di predisporre un piano aziendale in vista della gara per il servizio extra urbano: avverrà all’interno del perimetro dell’house o l’azienda dovrà prepararsi alle gare? Regna l’incertezza sul futuro ma allo stato attuale è difficile che quest’ultima possibilità sia percorribile. Le condizioni per partecipare alle gare non sussisterebbero e i sindacati spingono per l’affidamento in house.

A infiammare negli ultimi mesi l’Ast è stata la sospensione di alcune corse. Tra le polemiche, il primo dicembre, era toccato a Bagheria e da gennaio saranno tagliate fuori anche Acireale, Augusta, Barcellona Pozzo di Gotto, Caltagirone, Carlentini, Chiaramonte Gulfi, Gela, Lentini, Milazzo, Modica, Paternò, Ragusa e Scicli. Una decisione motivata dall’esigenza di eliminare i servizi urbani che negli ultimi anni avevano prodotto enormi perdite, ormai insostenibili. Alla luce di ciò, ora i Comuni saranno costretti ad attrezzarsi da sé. “Il direttore generale Parlavecchio è sempre stato molto chiaro su questo argomento. Per la governance – conclude il segretario generale Fit Cisl Sicilia – si svolgeva un servizio che da contratto con la Regione non aveva criteri di legittimità. Si facevano servizi ai Comuni ma questi non pagavamo. Togliere corse e tratte ovviamente è un problema che desta preoccupazione tra i lavoratori“.

Mesi di fuoco attendono l’azienda del trasporto pubblico. La Finanziaria potrebbe riaccendere le speranze e attenuare le apprensioni per una situazione economica-finanziaria che non sembra ancora intravedere la luce in fondo al tunnel.

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