Il Consiglio dei Ministri ha impugnato ancora una volta le norme che riguardano la stabilizzazione dei precari Asu siciliani. Si tratta dell’emendamento votato a novembre dall’Assemblea regionale siciliana che legittima una indennità aggiuntiva da mille euro per il personale che svolge prestazioni nei vari uffici pubblici.
La norma impugnata stabilisce lo stanziamento di risorse per retribuire le attività lavorative svolte nel 2021 presso i luoghi dei beni culturali dell’Isola, in eccedenza al terzo dei festivi. Il Cdm ha spiegato che la Regione aveva assunto l’impegno di attuare azioni specifiche per garantire la riduzione della spesa complessiva che riguarda il bacino, anche attraverso una decurtazione del trattamento accessorio del personale Asu,
Non è la prima norma della finanziaria regionale bocciata dal governo nazionale, e la Regione presenterà le proprie controdeduzioni difensive entro 30 giorni dall’impugnativa. Il Cdm spiega che la norma sulla stabilizzazione impugnata si limita a modificare soltanto la quantificazione delle risorse, restringendo all’esercizio finanziario 2021 la copertura degli oneri necessari alla stabilizzazione, e dunque non sono cambiate le originarie finalità dell’articolo bocciato, riferendosi all’inidoneità della copertura finanziaria, viziando nel complesso l’intervento legislativo per la stabilizzazione del personale Asu.