Prosegue il cammino verso la stabilizzazione per i lavoratori Asu, lavoratori che dopo 30 anni di precariato sperano in una soluzione lavorativa definitiva.
Una buona notizia potrebbe ben presto arrivare per gli oltre 250 dipendenti impiegati nei siti dei Beni culturali siciliani. Protagonisti da mesi di proteste e flashmob in tutta l’Isola e al centro dei dibattiti in Aula, la lunga storia dei precari si chiuderebbe con un lieto fine.
Nei mesi scorsi il cerchio aveva iniziato a stringersi e le principali ipotesi al vaglio si erano ridotte a due: l’applicazione dell’articolo 10 della Finanziaria regionale, così come programmato, con una modifica al Piao – Piano integrato di attività e organizzazione – che vedrebbe una serie di stabilizzazioni scaglionate nel tempo, o il convogliamento dei precari all’interno della Sas (Servizi Ausiliari Sicilia), società partecipata della Regione. Proprio quest’ultima strada, probabilmente la più semplice da percorrere, è quella prescelta.
Nei prossimi giorni, infatti, la commissione Affari Istituzionali incontrerà Mauro Pantò, direttore generale della Sas. I lavoratori Asu assegnati da oltre vent’anni ai parchi, nei quali rappresentano la quasi totalità degli impiegati, al momento svolgono il ruolo di ammortizzatori sociali. La Regione sembra aver trovato una soluzione chiedendo alla Sas, che si occupa di fornire servizi strumentali alle attività della Regione Siciliana e delle aziende ed enti pubblici azionisti, di potersi occupare della custodia dei parchi. Per poter concretizzare questo passo in avanti, la municipalizzata attingerebbe ai finanziamenti dell’assessorato al Lavoro.
La notizia è stata accolta con grande entusiasmo da Mauro Pantò: “Siamo contenti. Dopo un blocco di oltre vent’anni siamo adesso guarniti di personale. Siamo pronti e ben lieti di supportare questi lavoratori. L’organizzazione è eccellente e non implicherebbe nessuna criticità, ma solo maggiori risposte ai nostri servizi, qualora questa volontà politica dovesse concretizzarsi. I finanziamenti ci sono e i lavoratori meritano una stabilizzazione. Se tutto dovesse andare nel verso giusto, potremmo chiudere l’iter burocratico già nel giro di tre-quattro mesi“.
Nonostante dal direttore generale della Sas filtri ottimismo, in realtà ci sarebbero ancora alcuni nodi da sciogliere. Due sarebbero, infatti, i nodi da attenzionare: le verticalizzazioni, attese da tempo dai dipendenti di ruolo e che rischierebbero di essere così ulteriormente bloccate, e il rischio di stravolgere la programmazione del personale all’interno dell’assessorato dei Beni culturali.