Condividi
Una crisi sistemica che va fuori da Palermo

Attese interminabili e personale esausto: la sanità agrigentina al limite

sabato 11 Gennaio 2025

Pronto soccorso intasati, pazienti lasciati ad aspettare per ore e personale sanitario esausto.

La sanità in provincia di Agrigento sta vivendo un momento di grande difficoltà. Ogni giorno, centinaia di pazienti si rivolgono al pronto soccorso dell‘ospedale San Giovanni di Dio, rimanendo in attesa di assistenza o di esami diagnostici, spesso bloccati in accettazione o ammassati nei corridoi, senza poter essere trasferiti nei reparti di competenza. Spesso i pazienti si ritrovano ad attendere anche sei ore solo per ottenere i risultati degli esami.

Agrigento, in particolare, è l’emblema di un sistema al collasso, aggravato da una cronica mancanza di personale sanitario e dalla carenza di strutture adeguate per rispondere alle esigenze della popolazione. Anche gli altri ospedali della provincia – Canicattì, Licata, Ribera e Sciacca – mostrano difficoltà, sebbene in misura minore.

Il sito dell’Asp della provincia rivela un aspetto cruciale: la maggior parte dei casi che affollano il PS sono codici verdi. Ciò significa che, oltre alle carenze strutturali e di personale, vi è un utilizzo inappropriato del PS  che dovrebbe essere riservato alle emergenze urgenze, come raccomandato anche dal Ministero della Salute.

L’inappropriatezza, come evidenziato già da tempo, è causata dalla mancanza di una rete sanitaria territoriale adeguata, capace di gestire i bisogni di salute meno urgenti attraverso i medici di base, i pediatri di libera scelta o le guardie mediche. L’assenza di queste alternative obbliga i cittadini a ricorrere al pronto soccorso anche per problemi che potrebbero essere risolti altrove, contribuendo così a sovraccaricare un sistema già in affanno. Inoltre, quanto previsto dal Dm77 non prende ancora il via.

Le misure dell’Asp Agrigento

Il direttore generale dell’Asp di Agrigento, Giuseppe Capodieci, come ha raccontato ai nostri microfoni, ha avviato diverse iniziative per affrontare le gravi criticità della sanità provinciale, ma con scarso successo, complice l’inattrattività del settore.

Per il problema della carenza di personale, nonostante i tentativi di reclutamento, molte aree ancora oggi rimangono scoperte. Sono stati, però, stabilizzazioni trasversali, nominati nuovi direttori per i dipartimenti principali e si è proceduto al reclutamento temporaneo di circa 30 medici stranieri.

Per ridurre le lunghe liste d’attesa, l’Asp ha adottato la metodologia Rao, che permette agli specialisti di verificare l’appropriatezza delle richieste al momento della prenotazione, dialogando con i medici curanti per eventuali correzioni. Questo approccio è stato sviluppato con il supporto dell’Ordine dei Medici e della Fimmg locale.

Sul fronte delle strutture, è stata proposta una riorganizzazione della rete ospedaliera, ma si attende la Regione per garantire un servizio sanitario più efficiente e accessibile a tutti.

La salute dei più vulnerabili

Nel contesto di una sanità già provata, L’Asp cerca di rispondere alle esigenze di salute dei cittadini più vulnerabili. Il piano prevede la possibilità di accesso gratuito a visite specialistiche, farmaci e protesi dentarie per le persone in difficoltà economica. Sebbene l’iniziativa sia apprezzabile, non basta a risolvere i problemi strutturali e organizzativi che continuano a rendere inefficiente il Sistema sanitario.

 Il Pd

Ad evidenziare le criticità della sanità nella provincia di Agrigento è stato anche il Partito Democratico (Pd), che, dopo la recente tragedia all’ospedale Villa Sofia di Palermo, ha avviato un monitoraggio diretto dei presidi ospedalieri, incluso il San Giovanni di Dio di Agrigento. L’iniziativa del Pd mira a raccogliere testimonianze e criticità direttamente da pazienti e operatori sanitari, per sollecitare interventi immediati.

Secondo il Pd, le radici di questa emergenza sono profonde e riguardano anni di sottofinanziamento, carenza cronica di personale, posti letto insufficienti e l’assenza di una rete sanitaria territoriale capace di alleggerire la pressione sui Pronto Soccorso. Il segretario regionale Anthony Barbagallo ha puntato il dito contro il governo regionale guidato da Schifani, accusandolo di privilegiare annunci e iniziative di facciata piuttosto che affrontare le criticità strutturali del sistema.

“La sanità pubblica è un bene primario, e chi governa deve agire di conseguenza”, ha dichiarato Barbagallo, sottolineando la necessità di investimenti concreti e di una gestione che metta al centro i bisogni dei cittadini. La crisi della rete ospedaliera e la mancanza di un coordinamento adeguato stanno lasciando i pazienti in balia di attese interminabili e di un’assistenza sanitaria che spesso non riesce a rispondere con la necessaria tempestività.

Questo articolo fa parte delle categorie:
Condividi
ilSiciliaNews24

Pennino: “Al lavoro per il potenziamento dell’affido familiare. Dipendenze? A breve i centri a bassa soglia” CLICCA PER IL VIDEO

L’intervista all’assessore comunale alle Politiche sociali Rosi Pennino su potenziamento dell’affido familiare, contrasto alle dipendenze e fondo povertà

La Buona Salute

La Buona Salute 63° puntata: Ortopedia oncologica

La 63^ puntata de La Buona Salute è dedicata all’oncologia ortopedica. Abbiamo visitato l’Ospedale Giglio di Cefalù, oggi punto di riferimento nazionale

Oltre il Castello

Castelli di Sicilia: 19 ‘mini guide’ per la sfida del turismo di prossimità CLICCA PER IL VIDEO

Vi abbiamo accompagnato tra le stanze di 19 splendidi Castelli di Sicilia alla scoperta delle bellezze dei territori siciliani. Un viaggio indimenticabile attraverso la storia, la cultura, l’enogastronomia e l’economia locale, raccontata dai protagonisti di queste realtà straordinarie.