“I lavoratori stagionali del settore turismo, commercio e servizi esprimono disappunto e sconcerto per i fatti accaduti al Senato con l’avvenuta bocciatura in V Commissione dei tre emendamenti presentati a firma delle senatrici Papatheu e Rossi, che chiedevano la modifica ed aumento della Naspi, in considerazione delle attuali carenze strutturali e finanziarie che rendono la vigente normativa del tutto insufficiente a garantire ai lavoratori e alle loro famiglie le necessarie condizioni economiche e sociali per vivere in condizioni dignitose nei mesi di “bassa stagione”, nei quali si trovano in condizione di disoccupazione involontaria”.
Lo afferma in una nota il segretario regionale aggiunto della Fisascat Cisl, Pancrazio Di Leo, che non fa mistero del sentimento di delusione dei lavoratori stagionali per l’avvenuto respingimento della proposta di modifica della Naspi. Tre emendamenti presentati, infatti, dalla senatrice siciliana di Fi, Urania Papatheu (e con la firma anche della senatrice Mariarosaria Rossi) sono stati dichiarati in sede di V Commissione inammissibili per “carenza di copertura”.
“Il sussidio a suo tempo introdotto nella passata legislatura nell’ambito del Jobs Act – si legge nella nota della Fisascat Cisl – ha determinato una evidente e inaccettabile penalizzazione dei lavoratori, compromettendone la situazione reddituale e pensionistica, e per la modifica della Naspi la Fisascat Cisl e la Cisl si sono battuti in questi anni passati con grande determinazione, protestando nelle piazze “Manifestazione/mobilitazione nazionale 2015 Milano-Roma-Taormina e successive”, consegnando ai massimi rappresentanti di Governo, del Parlamento nazionale e siciliano delle petizioni con migliaia di firme dei lavoratori siciliani, formulando soprattutto delle proposte da emendare rimaste inascoltate allora ed anche adesso. Non ultima l’istanza da questo sindacato inviata lo scorso luglio al Ministro Di Maio e di fatto rimasta priva di riscontri“.
“Per questo appare grave e inaccettabile – continua la nota – che sia stata respinta senza una valida motivazione l’iniziativa in questione, intrapresa anche attraverso una corretta interlocuzione con il nostro sindacato, con 3 diverse proposte di modifica ed integrazione alla Naspi, calcolate ai sensi dell’articolo 5 del decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 22, in riferimento ai lavoratori con qualifica di stagionali dei settori produttivi del turismo. Nello specifico, tali emendamenti, nel Fondo per interventi strutturali di politica economica, prevedevano che la Naspi venisse incrementata: 1) del 35%, con applicazione sino al limite massimo di quattro mesi e relativi oneri valutati in 57 milioni di euro per l’anno 2019 e in 100 milioni di euro a decorrere dall’anno 2020. 2) oppure del 50% con applicazione al limite massimo di cinque mesi e relativi oneri valutati in 120 milioni di euro per l’anno 2019 e in 125 milioni di euro a decorrere dall’anno 2020; 3) o altrimenti del 70% con applicazione sino al limite massimo di sei mesi e relativi oneri valutati in 86 milioni di euro per l’anno 2019 e in 150 milioni di euro a decorrere dall’anno 2020″.
“I tre emendamenti, a quanto risulta, sono stati presentati con “coperture finanziarie volutamente sovrastimate” – evidenzia la Fisascat Cisl -, eppure sono stati inspiegabilmente dichiarati “inammissibili per carente copertura“. E’ chiaro che tale motivazione non può essere accettata dai lavoratori, perché se sono stati trovati dal Governo nella manovra i 5 miliardi per il reddito di cittadinanza, appare paradossale che non possa poi esserci la necessaria copertura per una somma che va dai 57 ai 150 milioni di euro. A noi interessa tutelare i lavoratori, del tutto al di fuori delle dinamiche politiche, ma è evidente che anche in questo caso si palesa una mancanza di rispetto e considerazione per questo comparto che pure rappresenta il motore dell’economia del Sud e più che mai in Sicilia, con una inaccettabile volontà politica di continuare a penalizzare i lavoratori stagionali, ignorando l’emergenza di migliaia di famiglie costrette ad affrontare l’inverno, da novembre sino alla primavera successiva, con sole 3 mesi di indennità Naspi (ed in alcuni casi senza nemmeno quella). I lavoratori già da inizio febbraio sono senza reddito e senza sussidio e sono costretti ad attendere che si apra la nuova stagione, a maggio”.
“I lavoratori – conclude il sindacato – vogliono il lavoro e non elemosine: la risposta al permanere di questa dilagante condizione di precarietà chiaramente non può essere la Naspi, sulla quale è stata chiesta una riforma finalizzata almeno al contrasto della richiamata emergenza dei mesi invernali, e la risposta non può essere nemmeno il reddito di cittadinanza, strumento che manderà in tilt i Caf e i Centri Impiego e illuderà molta gente senza risolvere la questione occupazionale e continuando a penalizzare soprattutto i lavoratori stagionali del Commercio, Turismo e Servizi. Per tutti questi motivi, la risposta dei lavoratori e della Fisascat Cisl sarà più che mai determinata nell’opporsi a tale stato di cose e alle politiche di un Governo che sinora è parso assai più solerte nel salvaguardare altri settor, mentre invece nega 57 milioni di euro al fondo Naspi per gli stagionali del turismo. Siamo pronti ad una grande mobilitazione tornando nelle piazze e a far sentire con forza la voce dei lavoratori. Vogliamo il lavoro, non elemosine ma dignità”.