Continuano a riservare sorprese le indagini sulla latitanza di Matteo Messina Denaro. La Dda di Palermo ha chiesto e ottenuto l’arresto di una insegnante, Floriana Calcagno, 40 anni, che ha avuto una relazione con il latitante fino alla sua cattura ed è ora accusata di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena.
Agli atti dell’inchiesta sono finite decine di foto, estrapolate dai sistemi di videosorveglianza, che la ritraggono in compagnia del capomafia e che riprendono Messina Denaro circolare per strada tranquillamente in auto. Il padrino, in alcuni scatti, indossa un cappello a tesa larga e un foulard rosso.
A Calcagno i magistrati – il procuratore Maurizio de Lucia, l’aggiunto Paolo Guido e i pm Piero Padova e Gianluca De Leo- contestano, tra l’altro, di aver assicurato a Matteo Messina Denaro “sostegno logistico, aiuto e supporto morale e materiale, nel territorio di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo, Tre Fontane e in altre località della provincia di Trapani e di avergli assicurato, attraverso un sistema di staffetta e di scorta con la propria vettura, la possibilità di spostarsi da un comune all’altro in modo riservato“.
Chi è Floriana Calcagno
La donna arrestata oggi per aver aiutato Matteo Messina Denaro durante la latitanza, è un’insegnante ed è la nipote del capomafia Francesco Luppino. Il marito, Paolo De Santo, è finito in prigione per il favoreggiamento di un altro mafioso: Calogero John Luppino.
Calcagno si presentò in Procura spontaneamente il 21 gennaio del 2023, a soli 5 giorni dall’arresto di Messina Denaro. Al procuratore aggiunto Paolo Guido, che aveva coordinato l’indagine condotta dai carabinieri del Ros, che ha portato alla cattura del capomafia, raccontò di aver scoperto solo allora chi fosse l’uomo che per mesi aveva frequentato e con cui aveva avuto una relazione, sostenendo che a lei si era presentato col nome di Francesco Salsi e che le aveva detto di essere un anestesista in pensione. I due, sempre nel racconto di Calcagno, si sarebbero conosciuti nel 2022 in un supermercato a Campobello di Mazara.
La donna, allora non indagata, raccontò che, dopo averlo rivisto in un paio di occasioni, sempre al supermercato e vicino alla scuola in cui lavorava, aveva iniziato una relazione con Messina Denaro che le aveva rivelato di essere malato di tumore e di stare affrontando la chemioterapia. Ai pm la Calcagno disse che in quel periodo viveva una crisi personale e coniugale, di essere andata una sola volta, nell’autunno del 2022, a casa dell’amante e di averlo poi sentito solo tramite messaggi e telefonate. Ma il ruolo di Calcagno negli ultimi due anni di latitanza del boss sarebbe stato ben altro.
Nipote del capomafia Francesco Luppino. Il marito, Paolo De Santo, è finito in prigione per il favoreggiamento di un altro mafioso: Calogero John Luppino. Calcagno si presentò in Procura spontaneamente il 21 gennaio del 2023, a soli 5 giorni dall’arresto di Messina Denaro. Al procuratore aggiunto Paolo Guido, che aveva coordinato l’indagine condotta dai carabinieri del Ros, che ha portato alla cattura del capomafia, raccontò di aver scoperto solo allora chi fosse l’uomo che per mesi aveva frequentato e con cui aveva avuto una relazione, sostenendo che a lei si era presentato col nome di Francesco Salsi e che le aveva detto di essere un anestesista in pensione. I due, sempre nel racconto di Calcagno, si sarebbero conosciuti nel 2022 in un supermercato a Campobello di Mazara. La donna, allora non indagata, raccontò che, dopo averlo rivisto in un paio di occasioni, sempre al supermercato e vicino alla scuola in cui lavorava, aveva iniziato una relazione con Messina Denaro che le aveva rivelato di essere malato di tumore e di stare affrontando la chemioterapia. Ai pm la Calcagno disse che in quel periodo viveva una crisi personale e coniugale, di essere andata una sola volta, nell’autunno del 2022, a casa dell’amante e di averlo poi sentito solo tramite messaggi e telefonate. Ma il ruolo di Calcagno negli ultimi due anni di latitanza del boss sarebbe stato ben altro.
Nelle lettere per il ricercato la Bonafede indicava Calcagno con una serie di soprannomi, come “Handicap, Acchina o Sbrighisi“. Incrociandoli con altri elementi, come le immagini registrate da diverse videocamere che hanno immortalato episodi raccontati dalla Bonafede e relativi alla donna, gli inquirenti hanno capito chi si celasse dietro gli pseudonimi.
Dal manoscritto trovato nel covo del ricercato emerge tutta la gelosia della Bonafede verso Calcagno. “Dici che Acchina ti aiuta come può. Ma cosa può fare per te?“, scriveva. “La frase di alto significato indiziante, faceva chiaramente intendere che il latitante in precedenza aveva confidato alla Bonafede– scrivono i pm – il ruolo svolto dalla Calcagno nel suo sistema di protezione, ruolo che consisteva nell’offrire ed adoperarsi su ‘cose fatte per lui’“. Nello scritto la maestra mostrava anche di non credere a quello che le aveva detto il latitante e cioè che la relazione con la Calcagno risalisse ad aprile 2022.
“E poi ci sono date che non mi quadrano. Tu mi parli di aprile 2022” diceva. Bonafede sospettava che la storia tra i due fosse precedente. “E poi se ben ricordi ti disse che voleva parlarti già nell’agosto 2017, o l’hai dimenticato?“, scriveva. Sempre sfogando la sua gelosia verso l’altra, Bonafede commentava: “per ora se penso a Sbrighisi che passava con quella faccia compiaciuta, dopo essere stata con te, le bastonate gliele darei eccome“.
Infine in uno scritto del 30 dicembre 2022, Bonafede raccontava al capomafia di aver visto uscire dalla “zona chiave”, il covo di Campobello di Mazara, proprio Calcagno. “Stavolta mi è cambiato l’umore, quella scena mi ha cambiato la giornata. Alle 11.40 circa ho visto Handicap che usciva dalla zona chiave, dritta come un palo e con una Louis Vitton sicuramente regalata da te. Regali borse come un distintivo? Fuck“, sbottava.
Ha avuto un ruolo decisivo nella latitanza del boss. Lo pensano i pm di Palermo che hanno chiesto e ottenuto l’arresto della donna. Dalle indagini è emerso che l’8 luglio 2022 qualcosa di importante venne trasportato nel covo di Campobello di Mazara, che il ricercato indicava in gergo come “zona chiave“.
Nell’appunto di Messina denaro quel venerdì era stato scritto in rosso dal latitante ed era stata aggiunta la frase: “Venerdì 8 luglio AF – Preso Tutto“.
A differenza di altri giorni in cui il boss e la donna viaggiavano nella stessa vettura o ricorrevano a uno specifico sistema di staffetta tra le rispettive auto per proteggere l'”uscita” del latitante, l’8 luglio i due – secondo gli inquirenti – si sono incontrati nel covo per spostare qualcosa di importante che doveva giungere a destinazione. Dalle indagini è emerso anche che per tutta l’estate del 2022 Messina Denaro è stato ospitato in casa di Calcagno.
“Venivano scavalcati i sofisticati meccanismi di ricerca messi in atto dagli investigatori e attraverso le escursioni nella località marina, il capo mafia aveva modo di trascorrere, in totale riservatezza, un pezzo importante del suo percorso di vita, quello forse più delicato quando la malattia si era manifestata in tutta la sua gravità“, scrivono i pm.
Messina Denaro e la donna comunque durante le loro frequentazioni hanno fatto anche una vita normale, ad esempio andando al ristorante “A due passi dal mare”, che il ricercato aveva prenotato al telefono il giorno prima. Le videocamere, visionate mano a mano dagli investigatori, li hanno ripresi sull’Alfa Romeo lungo la Statale da Petrosino a Mazara del Vallo. “Attraverso un altro sistema ben congegnato il latitante prelevava la Calcagno a scuola e aveva la possibilità di spostarsi da un comune all’altro e di trascorrere buona parte della giornata all’esterno del covo“, si legge nella misura cautelare.
La testimonianza
Ha cercato di ridimensionare il suo rapporto con Matteo Messina Denaro sostenendo di aver capito solo dopo chi fosse davvero e riducendo a pochi incontri la loro relazione sentimentale. “Dichiarazioni assolutamente menzognere“, scrivono i pm che oggi hanno chiesto e ottenuto l’arresto dell’insegnante Floriana Calcagno. La donna ha riportato la conoscenza con il capomafia all’autunno del 2022.
“L’ultima volta che l’ho visto è stato in occasione dell’incontro di ottobre presso la sua abitazione; lui mi ha più volte chiesto di rivederci, ma io ho negato poiché la storia mi stava iniziando a creare forte tensione, trattandosi di storia clandestina in un piccolo centro cittadino e peraltro sentivo che non era una cosa che mi faceva stare bene“, ha raccontato.
“Le indagini, – scrivono i magistrati – in realtà, hanno appurato che la donna incontrava il latitante in altre occasioni, sempre nel covo, anche nel mese di dicembre“. Calcagno, mentendo, “era evidentemente ben consapevole della rilevanza degli incontri tutti peraltro concentrati in un ristretto arco temporale, segno che anche in questa fase, oltre che in quella estiva, qualcosa di rilevante doveva essere recapitato al capo mafia“. La donna ha anche omesso di parlare dei tanti incontri avuto nell’estate col boss.
Per i magistrati sarebbe parte dell’articolata e “ristretta rete di soggetti totalmente asserviti al latitante per il soddisfacimento delle proprie esigenze personali“.
Inoltre le parentele della Calcagno, nipote e moglie di mafiosi, rendono poco credibile che non sapesse la vera identità dell’amico. “In un contesto quindi di rapporti e relazioni quanto meno grigie ed in cui, come visto, la donna non ha mai smesso ad esempio di tenere rapporti con la famiglia Luppino, non può ritenersi credibile che abbia compreso solo dopo il 16 gennaio 2023 che quell’uomo con cui aveva intrecciato una relazione fosse Matteo Messina Denaro“, dicono i magistrati.