Presso l’Ospedale “Buccheri La Ferla” di Palermo, un innovativo approccio diagnostico basato sul BAT-test ha permesso a un giovane paziente con una grave crisi allergica di proseguire la terapia in sicurezza.
Il caso è iniziato quando il bambino è arrivato all’UOC di Pediatria. La dott.ssa Sara Romano, dirigente medico, ha eseguito un’anamnesi approfondita. Ha diagnosticato una reazione avversa a un farmaco contenente ormone somatotropo (GH), noto come “ormone della crescita”, somministrato per via sottocutanea.
“I casi di reazioni allergiche sistemiche a questo tipo di farmaco sono estremamente rari e scarsamente documentati in letteratura – spiega Romano -. Tuttavia, i sintomi del paziente erano compatibili con una reazione avversa al farmaco. Data la gravità della reazione, eseguire un test in vivo per confermare la diagnosi non era né clinicamente sicuro né eticamente appropriato. I pochi casi documentati in letteratura riportano infatti reazioni allergiche generalizzate anche con farmaci fortemente diluiti”.
La conferma diagnostica è stata quindi affidata al BAT-test, un approccio innovativo e meno rischioso.
Il BAT-test
Il BAT-test è un’indagine in vitro che analizza la risposta dei basofili, cellule del sistema immunitario coinvolte nelle reazioni allergiche, dopo esposizione all’allergene sospetto.
“Il test consiste nel mettere a contatto i basofili del paziente con l’allergene sospetto – spiega la dott.ssa Maria Barrale, dirigente chimico e responsabile del laboratorio di Immunoallergologia dek nosocomio -. Se il paziente è allergico, sulla superficie delle cellule compaiono molecole specifiche rilevabili e quantificabili. Nel caso in esame, nessuno aveva mai testato il farmaco in precedenza, quindi abbiamo preparato diverse diluizioni per individuare la concentrazione ottimale in grado di simulare una possibile risposta allergica”.
Il BAT-test ha evidenziato un’attivazione basofila superiore al 5%, confermando la sensibilità del paziente al farmaco somministrato. Successivamente, è stata esclusa una reazione allergica al Polassamero 188, eccipiente comune nei farmaci di questa categoria.
Una terapia sicura
Un farmaco alternativo, selezionato dalla prof.ssa Maria Cristina Maggio, endocrinologa dell’Ospedale dei Bambini “G. Di Cristina”, è stato sottoposto prima al BAT-test e successivamente a test in vivo, effettuati in condizioni di massima sicurezza. Entrambi i test hanno dato esito negativo, consentendo di somministrare il farmaco in modo graduale, prima in forma diluita e poi nella sua formulazione pura.
Il paziente è ora in grado di proseguire la terapia senza rischi di reazioni avverse.
“Sono molto orgogliosa di questo connubio tra la dottoressa Sara Romano e la d.ssa Maria Barrale , con la dottoressa Romano abbiamo acquisito una professionalità che si aggiunge a quelle del laboratorio”, evidenzia Donatella Termini, direttore dell’UOC di neonatologia e pediatria del nosocomio palermitano.
“In Sicilia esistono professionalità di altissimo livello. Queste figure sono in grado di affrontare con competenza e innovazione anche i casi più complessi – conclude Ignazio Brusca, direttore dell’UOC di Patologia Clinica dell’Ospedale Buccheri La Ferla -. Quando queste professionalità vengono messe nelle condizioni di operare al meglio, è possibile offrire una sanità di avanguardia, perfettamente comparabile ai migliori centri presenti sul territorio nazionale. Questo caso ne è un esempio lampante, dimostrando come la sinergia tra medici e laboratori specialistici possa garantire trattamenti di elevata qualità e sicurezza, contribuendo al progresso della sanità regionale e nazionale”.