Sono sempre meno gli sportelli bancari in Sicilia. Il fenomeno della “desertificazione bancaria” interessa infatti particolarmente la nostra isola posizionandola al quartultimo posto in classifica in Italia per quanto riguarda il numero di sportelli per 100 mila abitanti, con 23 sportelli contro una media nazionale di 36. In più di un comune siciliano su tre non è presente nessun istituto di credito.
“Stiamo continuando a sensibilizzare tutti coloro i quali possono far qualcosa per arginare quello che ad oggi sembra un vero e proprio fiume in piena. Le banche sono aziende, e noi del sindacato non possiamo costringere nessuno in termini aziendali ad aprire uno sportello laddove non c’è o a tenere uno sportello in vita qualora un’azienda non lo ritenga produttivo. La scelta ultima spetta alla banca. Non resta altro che sollecitare le istituzioni in primis affinché con degli incentivi dati agli istituti di credito impediscano di lasciare il territorio”. Queste le parole di Giuseppe Gargano segretario di UilCa Sicilia.
Gli effetti della desertificazione bancaria
La mancanza degli sportelli bancari ha inevitabilmente creato grossi disagi ad un tipo di utenza che appartenente ad una fascia di età avanzata, dotata di una scarsa scolarizzazione o di poca dimestichezza con gli strumenti online, si è trovata in difficoltà nel beneficiare agevolmente dei servizi bancari.
“Lasciare intere comunità senza una banca è un problema sotto diversi profili. Quest’ultime sono infatti veri e propri presidi di legalità, fungendo da deterrente rispetto all’usura e ad attività finanziarie illegali. Senza contare che avere una banca su un territorio equivale a creare un volano per l’economia. Senza il credito, i giovani che devono lanciare un’attività, si trovano impossibilitati a far partire qualsiasi tipo di impresa se non con enormi sacrifici”.
Gli appuntamenti sul tema
Nelle prossime settimane UilCa Sicilia si farà promotrice di alcuni eventi volti proprio a sollecitare le istituzioni verso un problema ormai fin troppo diffuso sul territorio siciliano.
“Giorno 15 novembre saremo a Tusa, dove abbiamo organizzato una riunione con il sindaco e tutti i primi cittadini dei comuni limitrofi. Abbiamo scelto proprio questo comune poiché si tratta di una di quelle cittadine della Sicilia che sono rimaste senza neanche uno sportello bancario. Messina è infatti la provincia con la maggiore percentuale di comuni senza un istituto di credito (62%), seguita dalla provincia di Palermo (31%.). Proprio in quest’ultima giorno 16 novembre si terrà un secondo incontro a cui prenderà parte anche il sindaco Roberto Lagalla, ed esporremo i dati per quello che riguarda la drammatica situazione in Sicilia”.
I numeri in Italia
Più di sette italiani su 100 (quattro milioni 300 mila) risiedono in Comuni in cui non è presente nemmeno un istituto di credito (più 380 mila negli ultimi 12 mesi) e sei milioni, invece, in Comuni che hanno un solo sportello bancario (più 150 mila negli ultimi 12 mesi). “È un fenomeno che attraversa tutta l’Italia ed essendoci l’esigenza di rilanciare l’economia i comuni vengono penalizzati dall’assenza di credito. Tutto ciò non fa che scatenare una sorta di circolo vizioso, poiché la mancanza di economie portano inevitabilmente ad una contrazione degli sportelli. Se l’intenzione è quella di rilanciare l’economia è inevitabile la connessione con gli sportelli di credito”.
Prosegue poi: “Non si tratta solo di un problema di categoria. Vederlo solo ed esclusivamente come una questione di dipendenti in meno sarebbe sminuirlo. Si tratta di un vero e proprio problema sociale. Una banca che vuole mantenere una funzione collettiva deve essere presente sui territori. Le comunità non devono e non possono essere abbandonate dalle banche”.