Bankitalia vede la Sicilia in crescita. E tra i fattori che hanno contribuito a migliorare il “fatturato” della nostra isola c’è anche l’incremento del turismo, conseguenza diretta – secondo l’analisi della banca centrale – il rischio “terrorismo” nei paesi del Nord Africa. Confermata l’estensione anche al Mezzogiorno, già dal 2015, di un’intonazione positiva della dinamica del Pil dai dati Istat, da poco rilasciati a livello regionale. Il ritorno alla crescita nelle regioni meridionali, pur se su ritmi in assoluto contenuti (1,1%), è intervenuto dopo 7 anni consecutivi di calo ed è stato lievemente superiore a quello del Nord (0,8); al Centro la crescita è stata inferiore (0,3).
Questi alcuni dati contenuti nel documento di Bankitalia “L’Economia delle regioni italiane”. Sui risultati del 2015 hanno influito alcuni eventi specifici: il migliore andamento dei consumi delle famiglie rispetto alle esportazioni; il vantaggio per le destinazioni turistiche del Mezzogiorno connesso con le turbolenze politiche sulla costa meridionale del Mediterraneo; il maggiore contributo della spesa per investimenti pubblici derivante dalla necessità di completare i molti programmi a valere sui fondi comunitari stanziati per il periodo 2007-2013; la buona annata delle produzioni agricole, il cui peso sul valore aggiunto è più elevato nel Mezzogiorno rispetto alla media nazionale. Nel 2015 tutte le regioni meridionali, a eccezione di Campania e Sardegna, hanno registrato incrementi sul prodotto superiori alla media nazionale. La ripresa è stata più sostenuta in Abruzzo, Sicilia e in particolare in Basilicata, dove ha influito la forte esportazione di autoveicoli. Campania e Puglia avevano interrotto il calo del prodotto già nel 2014; di queste, solo la Puglia ha registrato un’espansione nel 2015, mentre la Campania ha mostrato una sostanziale stazionarietà del Pil. In Sardegna non sono emersi ancora segnali di ripresa.