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Bar Sicilia arriva a Mazara del Vallo per Blue Sea Land. Durante la puntata numero 174 il direttore responsabile de ilSicilia.it Manlio Melluso e il direttore editoriale Maurizio Scaglione hanno chiacchierato insieme all’assessore regionale alla Pesca mediterranea Toni Scilla del mondo del mare e dei suoi frutti.
Innanzitutto una battuta sul ritorno in presenza del Blue Sea Land, dopo un anno che, a causa del Covid, la manifestazione ha dovuto subire un ridimensionamento, per tornare alla decima edizione più attiva che mai: “il Blue Sea Land compie 10 anni e abbiamo avuto già il primo risultato concreto, perché la manifestazione si è svolta in presenza. Non era semplice. La risposta è stata entusiasmante, vuol dire che la gente ha voglia di ripartire nonostante le difficoltà“, ha sottolineato Scilla.
Il valore della pesca che lega tradizione e cultura siciliana si traduce in mestiere, arte e lavoro, con oltre 300.000 persone impiegate nel settore in Sicilia: “A Blue Sea Land si parla anche di internazionalizzazione della struttura produttiva siciliana riferita alle piccole e medie imprese, che giornalmente lavorano, producono Pil e posti di lavoro veri. E’ evidente – afferma Scilla – che il centro di questo ragionamento, in collante economico sociale, è appunto il mondo della pesca“.
Con Blue Sea Land Mazara del Vallo esalta il suo ruolo di avamposto privilegiato nel panorama della pesca mediterranea che gli viene riconosciuto in tutto il mondo: “Mazara in questi cinque giorni ha vissuto un momento davvero positivo – specifica Scilla – perché si può considerare la capitale della pesca del Mediterraneo e non solo. Da noi in Sicilia, e a Mazara in particolar modo, convivono le tre tipologie di pesca: sia quella artigianale locale, sia la pesca del tonno rosso e del pesce spada e sia la pesca d’altura, quella dei cosiddetti gamberi rossi. E’ un abbinamento quasi naturale e, devo dire, anche un modello di vera integrazione“.
A questo punto si parla di acquacultura. Per Scilla l’evoluzione della pesca che accompagna i cambiamenti legislativi e territoriali deve sapersi coniugare alle specificità dei luoghi: “E’ evidente che il mondo della pesca deve cambiare, perché è cambiato il mondo, sono cambiati i regolamenti e il mare si restringe. Ma quel cambiamento non può andare contro il punto di partenza che è la difesa della specificità della pesca del canale di Sicilia e del Mediterraneo. Una cosa è la pesca atlantica, con le proprie prerogative, con le proprie esigenze, con i propri interessi, e altra cosa è la nostra pesca, non foss’altro per la tipologia di pesca, per i prodotti. Sono realtà che appartengono allo stesso mondo ma con le opportune diversificazioni. L’acquacoltura può rientrare tranquillamente nella logica della diversificazione sullo sviluppo dell’attività di pesca. Tra l’altro in Sicilia sono i laghi abbiamo delle strutture particolari, degli ambienti che si prestano specificamente a questo tipo di attività“.
Scilla non si sottrae alla domanda sulla polemica con il governo centrale riguardo alla bocciatura dei progetti siciliani dei consorzi di bonifica non rientrati nel finanziamento del Recovery Fund: “La Sicilia non ha avuto assolutamente 31 progetti bocciati – afferma Scilla – Parliamo di progetti non ammessi a finanziamento, ed è una cosa completamente diversa perché i nostri progetti sono tutti esecutivi. Preciso che i progetti in questione riguardano le reti irrigue, quindi la competenza diretta è del Consorzio di Bonifica: io da assessore e il mio Assessorato abbiamo soltanto il compito di controllo e vigilanza. Avrei potuto dire che la cosa non ci riguardava. Ma siccome chi ha dei ruoli istituzionali deve assumersi onori e oneri, io ho voluto difendere il principio che quei progetti erano assolutamente in linea con la programmazione concordata con il ministro“. Quindi l’annuncio di incontri programmati con il ministro Pautanelli per la definizione di procedure ispirate a scelte condivise.