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Per la sua puntata numero 114 ‘Bar Sicilia‘, la trasmissione de ilSicilia.it condotta da Maurizio Scaglione e Manlio Melluso, vi porta a Corleone, lo splendido comune che purtroppo in passato, anche per una esposizione mediatica non sempre scevra da pregiudizi e a una filmografia, ha subito l’onta di essere semanticamente associata alla mafia.
La scalata dei ‘corleonesi’ Totò Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella e dei loro sodali ai vertici di Cosa nostra ha fatto sì che il nome della città riportasse la mente episodi terribili della Storia d’Italia. Ma Corleone ha trovato il modo di riscattarsi grazie all’operato dei suoi cittadini che hanno combattuto contro le logiche della prepotenza, della violenza e della corruzione.
A fare da guida in questo tragitto di scoperta della città e dei suoi presidi di legalità, il sindaco del comune Nicolò Nicolosi, che ha ospitato ilSicilia.it al Cidma, il Centro internazionale di documentazione della mafia e dell’Antimafia – dove sono raccolti i faldoni del maxiprocesso istruito da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino contro i boss di Cosa nostra -, che ha raccontato il percorso virtuoso che la città a intrapreso in questi anni.
“Corleone ha tradizioni bellissime – ha affermato il primo cittadino – che si radicano nella storia di ruolo guida del comune nel territorio, ruolo che ha perduto quando la mafia lo ha ‘depresso‘”. Oggi, grazie all’intraprendenza dei giovani, è iniziata una fase di ripartenza culturale ed economica: “E’ un territorio prevalentemente agricolo, c‘è una spinta nuova grazie all’impegno dei giovani imprenditori del territorio che hanno tra i 25 e i 40, ma il territorio gode della possibilità di sviluppo basato anche sul turismo culturale ed enogastronomico importante“.
Insieme a lui, ad accompagnarci in questo viaggio l’assessore alla legalità, Walter Ra, che ci ha guidati nella visita al Cidma, e Pietro Di Miceli, che è stato il Cicerone per i luoghi di Corleone restituiti alla comunità, come la casa natale di Bernardo Provenzano, diventata oggi un laboratorio della legalità, o come il luogo dell’assassinio di Bernardino verro, sindaco che lottò contro Cosa Nostra, tra i primi a cadere sotto i colpi della criminalità organizzata. Uno degli uomini simbolo della città di Corleone e della storia dell’antimafia.