“Io ci sto mettendo la faccia insieme alla mia Amministrazione, la Regione sta facendo la sua parte e il Governo nazionale invece sino a questo momento non ci ha dato nessun supporto”. Così il sindaco di Messina, Cateno De Luca, torna a lanciare frecciate all’indirizzo del Governo nazionale sulla questione del risanamento della zone baraccate di Messina. Il primo cittadino non fa giri di parole: “Il governo nazionale ci ha lasciati soli a combattere questa guerra di civiltà per il risanamento della città di Messina e l’abbattimento delle baracche con l’assegnazione di unità abitative a questi disperati, noi però andiamo avanti senza alcuna esitazione prendendoci anche le responsabilità del fallimento dei nostri predecessori”.
“L’attuale governo regionale ha fatto la sua parte – continua De Luca – autorizzando il Comune di Messina a costituire l’agenzia per il risanamento però ora deve mettere a disposizione le risorse necessarie per chiudere con questa vergogna delle baracche. Servono circa 200 milioni di euro, di cui 20 circa li ha reperiti il Comune di Messina. La Regione Siciliana metterà la rimanente parte. Dunque: 60 milioni circa sono le attuali economie; 80 milioni circa sono le somme illegittimamente sottratte dall’originaria dotazione della legge 10/90; 40 milioni sono i fondi Poc della legge di stabilità regionale del 2018. Il risanamento oltre ad essere una delle nostre priorità è anche una guerra di civiltà“.
De Luca rimarca di non aver gradito il no del Consiglio dei Ministri alla richiesta di riconoscimento dello stato di emergenza e aggiunge: “Ci saremmo aspettati ben altra considerazione per una emergenza che va avanti da oltre un secolo e sulla quale l’Amministrazione comunale da me presieduta andrà avanti con la massima determinazione per ridare dignità ai cittadini messinesi”.