“A Catania c’è un problema sicurezza enorme e chi non lo vede, o cerca di sminuirlo, è soltanto in malafede. Dietro alle aggressioni, agli accoltellamenti e alle molteplici sparatorie si celano infatti non solo segnali intimidatori e un allarmante ed eccessiva presenza di armi da fuoco ma anche, e soprattutto, un tentativo della criminalità di continuare a controllare il territorio, in ogni modo. E’ quello che abbiamo già fatto presente al prefetto Signoriello durante l’audizione dello scorso luglio in commissione nazionale antimafia. Non servono narrazioni forzate con interventi spot nè mettere la polvere sotto il tappeto. Serve invece intervenire e farlo subito. Da parte del governo nazionale e, in particolare, del ministro Piantedosi c’è una sottovalutazione dei problemi catanesi, che ci preoccupa molto. Lo scorso 8 maggio, il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di Catania ha proposto all’unanimità l’avvio dell’attività ispettiva in uno dei comuni della provincia. In 100 giorni il Viminale non ha mosso foglia”.
Lo dichiara il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, dopo l’ennesimo atto di violenza sfociato nell’omicidio di un 37enne parcheggiatore abusivo.
“C’è – prosegue – un piano inclinato in cui la città sprofonda giorno dopo giorno. Ed in questo alveo di insicurezza percepita che la mafia si insinua per provare a riprendere il controllo del territorio, imponendo il pizzo e controllando le piazze di spaccio, anche nella movida. Per questo gli interventi random – come i controlli sanitari e le licenze, che certamente vanno fatti ma non sono la soluzione – non sono risolutivi. Occorre una maggiore coordinamento delle forze dell’ordine, integrando gli organici per consentire la copertura capillare del territorio. Chiederò, in ufficio di presidenza della Commissione nazionale antimafia – conclude – di aprire un focus sull’emergenza sicurezza a Catania”.