Una riapertura dal forte valore politico e sociale, attesa con tenacia da una comunità intera che, negli anni, ha visto il proprio diritto alla salute ridursi a trasferte forzate verso Patti o Milazzo. Una “ferita” nella mappa dell’emergenza-urgenza messinese che ora si rimargina, restituendo dignità e sicurezza a un comprensorio vasto e popoloso.
“La riapertura del pronto soccorso dell’ospedale Cutroni-Zodda consente di potenziare il sistema sanitario locale e di garantire cure tempestive ai cittadini. Un passo importante verso una sanità più vicina al territorio”, ha dichiarato il presidente Schifani.
Una promessa mantenuta
A volere fortemente questa riapertura è stata anche la Direzione Strategica dell’Asp di Messina, composta dal direttore generale Giuseppe Cuccì, dal direttore amministrativo Giancarlo Niutta e dal direttore sanitario Giuseppe Ranieri Trimarchi. Una riapertura che per Cuccì assume anche un valore simbolico, oltre che gestionale.
“Abbiamo scelto di aprire il primo agosto, nonostante le difficoltà che comporta far partire un pronto soccorso in piena estate. Potevamo rinviare a settembre, ma sarebbe stato un errore. Questo è il periodo in cui c’è più bisogno. Abbiamo voluto affrontare questa sfida con coraggio, perché si tratta di un atto di giustizia sanitaria: ridare a questo territorio un presidio indispensabile dopo cinque anni di abbandono dell’emergenza-urgenza”, ha sottolineato Cuccì.
“Non è solo un successo gestionale, ma un segnale forte di attenzione e rispetto per la comunità – ha sottolineato -. La gestione mista, affidata a un soggetto esterno selezionato tramite avviso pubblico, ci consente di garantire subito un servizio operativo, in attesa che si completino i concorsi per il reclutamento di personale strutturato. Non appena possibile, internalizzeremo l’intero servizio. Nel frattempo, l’attività sarà supportata da tutte le unità dell’ospedale, in piena integrazione”.
“Abbiamo lottato per un risultato giusto e sacrosanto. Oggi è una vittoria di tutti, frutto della determinazione del governo regionale e della capacità di fare squadra”, ha detto il deputato regionale Pino Galluzzo (FdI), componente della VI Commissione Salute dell’Ars.
Un lavoro di squadra
La nuova gestione medica del PS è stata affidata per un anno alla cooperativa emiliana CMP Global Medical Division, selezionata tramite gara. La società garantirà la presenza di due linee mediche attive h24. L’Asp di Messina, dal canto suo, ha messo a disposizione infermieri e operatori sociosanitari, valorizzando il personale interno.
Tra gli interventi strutturali, realizzati sotto la supervisione dell’ingegnere Salvatore Trifiletti, spiccano la creazione di otto posti di Osservazione Breve Intensiva, il restyling delle sale d’emergenza e l’installazione di un sistema di videosorveglianza per garantire maggiore sicurezza. All’esterno, un nuovo parcheggio da sessanta posti e un’area per lo stoccaggio rifiuti completano il quadro.
Come sarà organizzato il PS
Il pronto soccorso si estende su circa 900 metri quadrati, completamente riqualificati. Al suo interno:
-
8 posti letto per Osservazione Breve Intensiva (OBI);
-
sale emergenza-urgenza attrezzate per codici rossi e gialli;
-
aree d’attesa separate per pazienti barellati e accompagnatori;
-
servizi igienici nuovi per pazienti e personale;
-
impianti di gas medicali nuovi e verifica di tutti i sistemi esistenti (elettrici, idrici, climatizzazione);
-
videosorveglianza ad alta tecnologia per la sicurezza di personale e utenti.
All’esterno sono stati realizzati un parcheggio da 60 posti auto e un’area per lo stoccaggio rifiuti. La postazione del 118 è tornata pienamente operativa, integrando la struttura nella rete dell’emergenza territoriale.
Una nuova fase
Entro fine mese verranno installate nuove apparecchiature diagnostiche per completare l’adeguamento tecnologico. “La riapertura non è solo una risposta alle emergenze, ma un passo verso un sistema sanitario più resiliente e inclusivo”, ha sottolineato la Direzione Strategica.
La cerimonia, densa di emozione e consapevolezza, ha lasciato un messaggio chiaro: Barcellona Pozzo di Gotto non si è arresa. E ora torna ad avere un punto fermo nel suo diritto alla salute
