Elvira Amata a tutto campo in una intervista rilasciata a ilSicilia.it. Una militante della politica, eletta all’Assemblea regionale siciliana in quota Fratelli d’Italia, oggi pronta a raccogliere la grande sfida del rilancio dei Beni culturali e dell’Identità siciliana. Il neo assessore del governo targato Renato Schifani ha le idee chiare sugli obiettivi da raggiungere, tracciando le linee programmatiche e strategiche per pianificare al meglio l’azione politica di competenza. Proprio domani, alle ore 11, il presidente della Regione sarà a Sala d’Ercole con tutta la giunta per esporre al parlamento l’indirizzo politico per la nuova legislatura.
“Non scaldo poltrone, ci metto la faccia come sempre e dando il massimo. Mi auguro di trovare collaborazione da parte della burocrazia, come mi è sempre capitato, perché sono abituata a dialogare con tutti, dal funzionario all’uscere. Nessuno deve ostacolare il mio percorso che è lavorare nell’interesse dei siciliani. Altrimenti quella è la porta! Cinque anni volano, quindi dobbiamo essere estremamente dinamici”. E il confronto è una virtù per l’assessore Amata. “Il rapporto con l’Assemblea è fondamentale, lo so perché mi sento anche adesso un deputato di quel parlamento. Capisco che è necessario il coinvolgimento di tutte le forze perché un progetto politico lo si realizza insieme perché è condiviso. Dall’aula possono arrivare messaggi positivi e idee. L’opposizione deve fare il proprio mestiere, l’importante è che la maggioranza sappia fare il suo. Se manca il confronto, partiamo male. Entrambe devono lavorare, e credo sarà così, perché il dialogo è una dote del presidente Schifani, un uomo con grande esperienza e di equilibrio che ha presieduto anche il Senato, possedendo una storia politica non indifferente. E devo dire che mantiene quel pizzico di umiltà nel rapportarsi con gli altri che è sintomo di grande intelligenza e sicurezza di se stessi. L’umiltà è segno di forza, l’arroganza invece non porta a nulla”.
Una delega imponente e “Nel momento in cui l’ho ricevuta dal Presidente, la prima cosa che ho cercato di capire sono le criticità. I problemi vanno risolti e mai lasciati di lato perché condizionano le azioni da intraprendere. Ecco perché sin dal mio insediamento, ho avviato un’interlocuzione, intanto, con i sovrintendenti che sono gli uffici periferici dell’assessorato e ne rappresentano anche il motore un po’ di tutto, sia della tutela del nostro patrimonio, ma anche della possibilità di valorizzazione quindi chiederò loro una collaborazione a 360 gradi. Voglio che si faccia rete, sistema, che ci sia una squadra comunicando all’esterno con un’unica cabina di regia”.
C’è ancora tanto da fare, soprattutto in termini di professionalità. La carenza di organico ai BB.CC. è una questione di non poco conto. “E’ un problema atavico, puoi avere risorse economiche- si pensi al PNRR- ma se non hai le risorse umane che ti consentono di programmare, di definire prima una pianificazione e poi la realizzazione di progetti, non si va da nessuna parte”. E non parliamo solo di progettisti, mancano figure specifiche, “mi riferisco agli archeologi, agli storici dell’arte che sono delle figure altamente specializzate e assolutamente necessarie in un contesto come questo”. E sotto l’aspetto progettuale, “mancano ingegneri, gli architetti, abbiamo difficoltà a trovare il RUP. Insomma mancano figure tecniche”.
Peraltro il personale impiegato – e che l’assessore sta conoscendo uno ad uno -, anche se ha buona volontà, l’età anagrafica non consente di affrontare la partita della tecnologia sempre più in evoluzione e dirompente in tutti i settori. La chiave? Largo alle nuove generazioni e assumere i giovani. “Andiamo incontro a tutto quello che è innovazione tecnologica, alla digitalizzazione, e non ce lo chiede l’Europa, ma è un investimento necessario. Auspico al più presto la possibilità di poter ottenere lo sblocco di assunzioni per ottenere linfa giovane, che serve a tutte le strutture della Regione. Un giovane è perfettamente in grado di mettere a sistema una questione in maniera elementare, per lui è naturale. La nostra generazione, anche la mia, non è in grado. Di tempo non ne abbiamo. Lo sblocco dipende dal governo nazionale che deve fare un’analisi in questo momento e capire quali sono le priorità, tra queste c’è sicuramente quella di fornire a tutte le regioni-perché non è solo un problema siciliano ma nazionale- la possibilità di poter usufruire della competenza dei ragazzi che noi abbiamo formato, sono i giovani del mondo che si sono interfacciati con altre realtà anche estere, hanno un bagaglio di conoscenza veramente importante e quello dobbiamo trattenere nel nostro paese e nella nostra terra per far ripartire la nazione. La Sicilia potrebbe vivere serenamente, senza avere la necessità di contributi, di vivere di assistenzialismo che ci sta stretto e del quale ci siamo stancati. Il governo nazionale deve aiutarci con delle misure importanti. Le criticità si affrontano grazie ad una programmazione seria, il primo step fondamentale, altrimenti non puoi fare il resto, le soluzioni tampone non sono sufficienti”.
“La vera industria della Sicilia è rappresentato dal nostro patrimonio artistico e culturale. Ma non è esistita una cabina di regia per portare a reddito tutto questo, con molto meno in altri paesi si realizza denaro che poi investono di nuovo nel settore della cultura, creando un indotto incredibile: il territorio si arricchisce economicamente, oltre che culturalmente. Questo è il mio obiettivo”.
La sfida è continuare il percorso verso la digitalizzazione grazie alla quale possiamo rendere fruibile il nostro patrimonio a chiunque. Lo strumento è dato dalle nuove tecnologie, “penso al metaverso, e andrei anche oltre, avvicinando i giovanissimi, anche i bambini dell’asilo, al mondo della cultura e dell’arte. Penso alla possibilità di vivere un’opera d’arte entrando in queste fantastiche realtà virtuali calandosi in quel momento storico. Sarebbe un’avventura per i bambini che, con il gioco, imparano ad apprezzare le bellezze e l’identità della propria terra, insieme alla sua storia e alle tradizioni. Un ottimo rimedio di cura contro il vandalismo. Se ami ciò che ti appartiene, crescendo con la consapevolezza delle proprie radici, non potrai mai fare del male. Dobbiamo abbattere le distanze tra la cultura e i cittadini. Oggi, purtroppo, esiste solo l’amante dell’opera d’arte, una nicchia molto meno numerosa rispetto all’intera comunità”.
Si parla di fare reddito, di produrre un circolo virtuoso di ricadute economiche sul territorio, sfruttandone le potenzialità ancora inespresse. I fondi sono lo strumento per investire, dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, alle risorse regionali. “Ho chiesto al direttore generale un report dettagliato sui fondi strutturali, sul Pnrr, per capire a che punto siamo, quanto ancora si può realizzare, quanto è stato stabilito dal mio predecessore, Alberto Samonà che stimo tantissimo, persona per bene e di cultura. Perché ritengo che la continuità amministrativa sia fondamentale. Non si deve mai smantellare ciò che è stato fatto, bensì portare avanti il programma intrapreso. Uno dei veicoli importanti è quello del sistema dei prestiti e le collaborazioni con i musei esteri. La rete virtuale, anche qui, è un potente strumento di divulgazione, che mette in collegamento la Sicilia con il museo del Louvre, ad esempio, operando uno scambio di opere d’arte. Questo incrementa il numero dei visitatori, le novità. E anche questo genera lavoro. Dobbiamo svecchiare il tutto”.
L’interdisciplinarietà tra i vari assessorati è tra le novità dell’agenda politica di Elvira Amata. “Un governo deve ragionare non a compartimenti stagno, ma in maniera unitaria. Non puoi parlare di cultura se non ragioni anche con l’assessorato alle infrastrutture, prima di tutto servono i collegamenti interni che sono all’anno zero. Il turista, ma anche il cittadino siciliano, deve avere la possibilità di muoversi con praticità per raggiungere un sito archeologico e non ne può beneficiare perché, ad esempio, le strade non sono praticabili. Penso anche all’assessorato alla sanità: salute e arte è un ottimo connubio per chi ha, ad esempio, un problema psicologico. Oppure salute e cibo. La dieta mediterranea è bene immateriale dell’UNESCO, e si collega ad un sano modo di vivere che va oltre il cibo. Oggi sento parlare di cibo sintetico, è raccapricciante”.
“Il mare è una risorsa ancora più emozionante. Sebastiano Tusa è stato un archeologo che ha messo grande passione nel trasferire agli altri l’importanza di un bene comune come il patrimonio archeologico marino. La sovrintendenza del mare ha una sua funzione fondamentale nel veicolare le testimonianze del mondo sommerso. Possono essere realizzati anche dei percorsi sott’acqua prevedendo dei veri e propri itinerari, per gli amanti di questo genere di escursioni”.